Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Tenuti in scarsissima considerazione dai grandi gruppi dove sono chiamati a lavorare, dimenticati da un Governo che ne incensa il ruolo solo quando conviene e, spesso, trasformati in bersaglio principale da un lato, di vere e proprie speculazioni, dall'altro degli aumenti del costo del gasolio e delle spese di gestione.
Per gli autotrasportatori si sta chiudendo un altro anno difficile segnato, in taluni casi, da un boom di lavoro ma spesso poco remunerato. Nulla è rimasto della retorica degli 'eroi' pronti a lavorare anche durante le fasi più dure della prima ondata di pandemia. Nel 2021 gli autotrasportatori hanno dovuto subire a inizio anno l'umiliazione della chiusura indiscriminata dei punti di ristoro e a seguire la beffa della campagna mediatica finalizzata ad agire sul decreto flussi per arginare il problema della carenza di autisti.
Per non parlare della stangata sul carburante e sugli additivi Adblue o dei bonus, più di facciata che di sostanza, in nome della transizione ecologica. Bonus finalizzati al rinnovo di un parco mezzi per il quale occorrerebbero risorse decuplicate rispetto a quelle messe in campo.
E intanto, mentre i decisori politici sono sempre più distanti e scollati dalla realtà che sono chiamati a normare, insieme a molte associazioni di rappresentanza che comunque si vantano di presunti grandi risultati ottenuti per la categiria, sul campo gli autisti devono fare i conti ogni giorno con piccole e grandi umiliazioni come quella testimoniata nel video che ci ha inviato un membro di Ruote Libere.
Autotrasportatori costretti ad aspettare ore per caricare e scaricare, e anche per il via libera per la documentazione obbligatoria. Ore che ovviamente vanno ad incidere sull'organizzazione complessiva del lavoro, ai danni sempre e solo degli autotrasportatori.
Il tutto con servizi igienici spesso non dignitosi e certamente non adeguati in piena pandemia Covid. Un episodio, quello documentato in video, avvenuto peraltro in un contesto di eccellenza e che rappresenta la punta di un iceberg enorme e col quale ogni giorno chi viaggia sulle strade per trasportare merci da nord a sud del Paese deve scontrarsi.
L'auspicio che vince la rassegnazione è che nel nuovo anno possa vedere la luce una ritrovata consapevolezza da parte di una categoria essenziale per l'economia italiana. Una categoria i cui diritti sono stati via via calpestati negli anni e che oggi merita una vera rappresentanza. Il banco di prova dei finanziamenti europei destinati anche al mondo dell'autotrasporto sarà decisivo. Soldi che dovranno essere destinati davvero a migliorare l'attività delle tante piccole e medie imprese che rappresentano ancora l'ossatura principale di questo settore. Risorse che, parallelamente, attireranno gli interessi della criminailità organizzata che da sempre vede nell'autotrasporto un terreno ideali per fare affari.
L'augurio dunque parte da qui, dall'orgoglio di uomini e (sempre meno) donne che solcano le strade italiane sul loro camion. Orgoglio per il proprio lavoro individuale, ma anche senso di appartenenza verso una categoria che non è mai riuscita a esprimere in modo unitario la propria voce.
Cinzia Franchini
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>