Andiamo a Teatro: il tenente Colombo al Michelangelo
Mivebo
La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook Twitter Youtube Linkedin Instagram Telegram
Mivebo
articoliChe Cultura

Andiamo a Teatro: il tenente Colombo al Michelangelo

La Pressa
Logo LaPressa.it

Martedì 28 e Mercoledì 29 Gennaio alle ore 21, per la stagione di prosa l’adattamento dell’opera di Richard Levinson e William Link


Andiamo a Teatro: il tenente Colombo al Michelangelo
Paypal
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.


Rappresentato in tutto il mondo, arriva in Italia lo spettacolo con protagonista il tenente più amato. Anche in questo caso un omicidio, ma la domanda è non chi è stato, ma come fare a incastrarlo. Il grande detective ce la farà divertendoci.

Arriva, dopo cinque anni di sold-out in Inghilterra, America e Francia, per la prima volta a teatro in Italia, lo spettacolo con protagonista il Tenente più amato di sempre. Un giallo emozionante, scritto dagli autori originali della serie TV: Richard Levison & William Link. Pochi infatti sanno che la commedia teatrale nasce prima della famosa serie televisiva e precisamente nel 1966 con uno spettacolo che ha tenuto banco a Broadway per diversi anni. Lo spettacolo vedeva protagonisti Joseph Cotten e Thomas Mitchel nel ruolo del tenente Colombo.

La particolarità della commedia era che per la prima volta il pubblico assisteva al delitto guardando negli occhi l’assassino che preparava l’omicidio perfetto, una vera e propria “rivoluzione” nell’ambito del giallo dove solitamente l’identità dell’assassino si scopriva solo nell’ultima scena. Questo nuovo modo di raccontare un “giallo” diede inizio alla serie che nel 1968 portò in televisione con una puntata pilota la stessa commedia dal titolo “Prescrizione: assassinio”, riadattata per il piccolo schermo con protagonista Peter Falk nel ruolo del Tenente e Gene Barry in quelli dello psichiatra. Il successo fu immediato e diede inizio alla popolare serie televisiva.
In Prescription: Murder, questo il titolo originale della piéce, si trovano già tutti i temi e lo stile del personaggio di Colombo che i due autori americani avevano creato ispirandosi al detective Porfiry Petrovitch di Delitto e Castigo di Dostoevskij: un uomo trasandato e maldestro, che apparentemente ama compiacere gli altri e che tende a sminuire le sue doti d’investigatore e di uomo, ma che in realtà è sagace e ironico, un fine conoscitore della natura umana, capace di apparire e scomparire nei luoghi e nei momenti più impensati con infallibile tempismo.

Come in tutti i telefilm che seguiranno, anche qui, lo spettatore è da subito testimone dell’omicidio: il dottor Fleming è un brillante psichiatra di New York, che non riesce più a tollerare il matrimonio con la moglie, una donna possessiva che ha sposato solo perché ricca. Assieme alla sua giovane amante Susan, un’attrice di soap, architetta il piano perfetto per uccidere la moglie. Ma sulla sua strada troverà il tenente Colombo. Dalla prima scena in poi, il racconto si dipana non sulla traccia del “chi è stato” come accade in Agatha Christie, ma sul filo del “come fare a prenderlo”, con il modesto ma acuto Colombo che lavora ostinatamente per smascherare l’alibi “perfetto” dell’assassino. Un indizio apparentemente insignificante alla volta – lacci delle scarpe, caviale, aria condizionata – il duello tra Colombo e lo psichiatra si dipana fino ad arrivare ad un sorprendente epilogo.

GLI AUTORI
William Link e Richard Levinson (1934-1987) si conobbero il primo giorno di scuola superiore. Molto presto cominciano a scrivere assieme e vendono la loro prima storia breve, Whistle While You Work, a «Ellery Queen Mystery Magazine», che la pubblica nel novembre 1954. All’inizio degli anni Sessanta scrivono un episodio di The Alfred Hitchcock Hour dal titolo Day of Reckoning (1962), tratto da uno scritto di John Garden.
Insieme, fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta creano e producono serie televisive poliziesche come Mannix (1968-74), Il TenenteColombo (un film tv nel 1968, un altro nel 1971 e sette stagioni – per un totale di circa quarantacinque episodi dal 1971 al 1978), Ellery Queen (1975-77) e La signora in giallo (1984-97).
Collaborano anche per film tv come The Gun, My Sweet Charlie, That Certain Summer, The Judge and Jake Wyler, The Execution of Private Slovik,Charlie Cobb: A Nice Night for a Hanging, e Blacke’s Magic, che verrà poi sviluppato poi nella serie Blacke’s Magic. Per il cinema scrivono The Hindenburg (1975) di Robert Wise, con George C. Scott e Rollercoaster – Il grande brivido (1977) di James Goldstone, con George Segal, Richard Widmark, Henry Fonda ed una giovanissima Helen Hunt (al suo esordio cinematografico). Levinson e Link occasionalmente usarono lo pseudonimo “Ted Leighton”, visibile negli accrediti di Ellery Queen: Don’t Look Behind You (1971), riscritto da altri, e Colombo con storie scritte da altri collaboratori.
Dopo l’improvvisa scomparsa di Richard Levinson, avvenuta nel marzo 1987 a soli cinquantadue anni, W. Link continua a scrivere. Nel ’91, come omaggio all’amico e collega, scrive la sceneggiatura del film The Boys, con James Woods e John Lithgow. Ha collaborato con «Ellery Queen’s Mystery Magazine» e «Alfred Hitchcock’s Mystery Magazine». Altre produzioni televisive sono la serie fantascientifica Probe (1988-89), creata con Isaac Asimov, e The Cosby Mysteries (1994-95), con Bill Cosby. Nel ’79, Levinson e Link avevano ricevuto il premio speciale Edgar Award dalla Mystery Writers of America per il loro lavoro su Ellery Queen e Colombo.
Negli anni Ottanta vincono tre volte il premio Edgar per Best TV Feature or MiniSeries Teleplay, e nel 1989 viene conferito l’Ellery Queen Award, come miglior gruppo di scrittori di mistero.
Nel ’95 vengono inseriti nella Television Academy Hall of Fame.
A partire dagli anni Novanta William Link, considerato quasi all’unanimità come uno fra i migliori autori di soggetti e sceneggiature poliziesche per la tv della sua generazione, ha insegnato Sceneggiatura televisiva in numerose scuole degli Stati Uniti; nel 2002 viene nominato presidente della Mystery Writers of America, uno fra i pochi conferiti ad uno scrittore per la televisione; nel 2010, la casa editrice Crippen & Landru pubblica la serie The Columbo Collection, racconti brevi scritti da W. Link sul personaggio del Tenente Colombo.

NOTE DI REGIA - Marcello Cotugno
Forse pochi sanno che Il Tenente Colombo, uno dei telefilm più noti e seguiti degli anni ’70 e ’80, nasce da un testo teatrale: Prescrizione: assassinio (Prescription: Murder), scritto nel 1962 da William Link e Richard Levinson, e andato in scena per la prima volta al Curran Theatre di San Francisco nello stesso anno.
Autori di noir di successo come Murder, she wrote (La signora in giallo), Ellery Queen: Don’t look behind you, Mannix e, appunto, il tenente Colombo, i due autori si erano conosciuti al liceo e avevano subito iniziato a collaborare su quella che era lo grande passione: i gialli.
Il testo ebbe un tale successo – nelle sale teatrali americane e canadesi – che nel 1968 ne fu realizzato un film TV, con Peter Falk nel ruolo che lo avrebbe poi reso celebre in tutto il mondo. Il primo episodio della serie TV, Un giallo da manuale, del 1971, fu diretto da un giovanissimo Steven Spielberg.
In Prescrizione: assassinio si trovano già tutti i temi e lo stile del personaggio di Colombo che i due autori americani avevano creato ispirandosi al detective Porfiry Petrovitch di Delitto e Castigo di Dostoevskij: un uomo trasandato e maldestro, che apparentemente ama compiacere gli altri e che tende a sminuire le sue doti d’investigatore e di uomo, ma che in realtà è sagace e ironico, un fine conoscitore della natura umana, capace di apparire e scomparire nei luoghi e nei momenti più impensati con infallibile tempismo. Ma Colombo è anche il poliziotto proletario che consegna alla giustizia criminali che appartengono a classi agiate e che lo sottovalutano, giudicandolo in base alle apparenze. Un eroe della lotta di classe. Ma non solo, Colombo presta attenzione al suo lavoro 24 ore al giorno, appare distratto, magari perde in continuazione le penne, ma non perde mai il focus sul caso da risolvere. E, in un’epoca dove l’attenzione è diventata una virtù rara, e la disattenzione un’abitudine, ecco che il personaggio di Colombo si manifesta nella sua impressionante attualità. Come in tutti i telefilm che seguiranno, anche in Prescrizione: assassinio, lo spettatore è da subito testimone dell’omicidio: il dottor Fleming è un brillante psichiatra di New York, che non riesce più a tollerare il matrimonio con la moglie, una donna possessiva che ha sposato solo perché ricca. Assieme alla sua giovane amante Susan, un’attrice di soap, architetta il piano perfetto per uccidere la moglie. Ma sulla sua strada troverà il tenente Colombo.
Dalla prima scena in poi, il racconto si dipana non sulla traccia del “chi è stato” come accade in Agatha Christie, ma sul filo del “come fare a prenderlo”, con il modesto ma acuto Colombo che lavora ostinatamente per smascherare l’alibi “perfetto” dell’assassino. In questo ‘modus operandi’ ritroviamo temi cari ad Alfred Hitchcock, che in Il delitto perfetto, del 1954, aveva fatto da battistrada a un nuovo modo di intendere il giallo.

Un indizio apparentemente insignificante alla volta – lacci delle scarpe, caviale, aria condizionata – il duello tra Colombo e lo psichiatra si dipana fino ad arrivare ad un sorprendente epilogo.

Il testo ci immerge nell’atmosfera newyorchese dell’inizio degli anni ‘60: una città sporca e malfamata, minacciata dalla criminalità e animata da nuovi immigrati che ne ridisegnano la fisionoma trasformandola nella metropoli multiculturale di oggi. Il sogno americano comincia a vacillare dopo gli anni del boom e, mentre le istanze della postmodernità mettono radici nell’arte e nella letteratura, il cinema e il teatro recepiscono il relativismo etico ed esistenziale che attraversa la società e la cultura definendo un nuovo tipo di attore/personaggio. Agli eroi senza macchia interpretati da James Stewart e Cary Grant, si sostituiscono le interpretazioni crude e naturalistiche di attori come Marlon Brando, e i personaggi maschili non hanno più la necessità di sembrare infallibili, ma possono finalmente mostrare le loro fragilità, le loro mancanze, le loro paure.

Con la sua aria trasognata e l’impermeabile perennemente spiegazzato, Colombo, e Peter Falk, s’inscrivono perfettamente nel profilo di questo attore nuovo, che ha studiato da Stella Adler e che rigetta gli schemi classici delle major hollywoodiane. Non è un caso che lo stesso Falk sia stato uno degli attori feticcio di un altro grande rivoluzionario del cinema e della recitazione americana: John Cassavetes. E non è un caso che Wim Wenders (che odiava il mezzo televisivo ma che adorava Colombo), lo inserisca nel suo capolavoro Il cielo sopra Berlino, sia in quanto Peter Falk, ma anche come Tenente Colombo: lo intravediamo infatti apparire nella tv di una vetrina di un negozio di elettrodomestici nel film. Prescrizione: assassinio riproduce nella scenografia, nei costumi e nelle musiche, l’atmosfera affascinante e cupa dei primi anni ’60 a New York, collocando l’azione in due luoghi principali: lo studio dello psichiatra e la sua abitazione. Gli attori e le attrici, seppur calati nel linguaggio dell’epoca, restituiranno una credibilità contemporanea nella recitazione minimale, asciutta e realistica dei dialoghi serrati e, a tratti, brillanti, di Link e Levinson. Un equilibrio, questo, che si rifletterà anche nella colonna sonora, che ci riporterà indietro con le note jazz in pieno stile Blue Note ma che ci terrà ancorati al presente con il nu-jazz di Bugge Wesseltoft, Bohren & Der Club of Gore e John Zorn.

Un cast di attori di talento e di provata esperienza, come Gianluca Ramazzotti, Pietro Bontempo, Samuela Sardo, Sara Ricci e Nini Salerno abiterà, sera dopo sera, gli ambienti fumosi disegnati da Alessandro Chiti e illuminati da Giuseppe Filipponio, mentre i costumi sono firmati da Adele Bargilli.
Le ambizioni economiche, le frustrazioni d’amore e la genialità ‘sottotono’ del tenente più famoso della storia della televisione rivivono nella pièce che ha dato inizio alla fortunata e brillante serie TV.

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 
Email
 


Acof onoranze funebri
Che Cultura - Articoli Recenti
Canto d’Acqua: la poesia di Francesca Totaro
La raccolta non è solo un insieme di poesie, ma un viaggio nell’animo umano, un invito a ..
19 Febbraio 2025 - 00:59
Nonantola, Algoritmo Infernale ospite presso gli Studi di Radioattiva
Utilizzano pseudonimi legati al mondo dell’informatica per celare la propria identità ..
19 Febbraio 2025 - 00:55
L'inganno del secolo: il romanzo di Giovanni Taurasi alla Feltrinelli
Venerdì 21 febbraio alle 18 la libreria Feltrinelli di via Cesare Battisti a Modena ..
18 Febbraio 2025 - 11:47
Modena, 'Passaggi paesaggi': viaggio nella fotografia italiana
Dal 14 febbraio al 4 maggio a Palazzo Santa Margherita a Modena una mostra dalle collezioni ..
13 Febbraio 2025 - 12:48
Che Cultura - Articoli più letti
Gli italiani scoprirono che Muccioli incatenava drogati. E stavano con lui
Intervista a Paolo Severi, uno dei protagonisti di SanPa, il documentario di Netflix. ..
17 Gennaio 2021 - 18:17
Quattro dolci tipici della cucina modenese
Il bensone, la bonissima, i tortelli fritti modenesi al savor e la torta Barozzi
01 Marzo 2021 - 17:51
Se la locomotiva di Guccini si schianta contro il muro della malafede
Guccini si scaglia contro l'opposizione brandendo l'arma più subdola, la bandiera di ..
27 Aprile 2020 - 10:59
Agamben: 'Dopo questi 2 anni metto in discussione la medicina stessa'
'Se non si ripensa da capo che cosa è progressivamente diventata la medicina non si potrà ..
04 Dicembre 2022 - 15:22