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Quarant'anni fa moriva Rino Gaetano, il poeta della libertà senza aggettivi

Quarant'anni fa moriva Rino Gaetano, il poeta della libertà senza aggettivi

Profeta di un mondo ancora da venire indicherebbe ancor oggi una stella invisibile ai più e che solo tra altri 40 anni si scoprirebbe essere proprio quella


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Sono passati 40 anni esatti dalla notte in cui Rino Gaetano perde la vita dopo un incidente sulla via Nomentana a Roma. Uno schianto che il cantautore ha drammaticamente profetizzato nella canzone La ballata di Renzo, citando addirittura tre degli ospedali che non ne accettano il ricorvero.

In quella notte del 2 giugno del 1981 muore il poeta che più di altri riesce, con l'arma dissacrante della ironia, a svelare le storture di un sistema di potere opprimente e conformista.
Cresciuto sulle spalle della generazione dei grandi cantautori 'impegnati' (da Guccini a Gaber, da De Gregori a De Andrè), Rino Gaetano canta una libertà disillusa ed epurata da ogni morale o utopia. Una libertà che si culla nella sua stessa essenza, senza la necessità di essere affiancata da tranquillizzanti aggettivi o da altre apparentemente più nobili e borghesi virtù: come la partecipazione o il rispetto dell'altro. Una libertà ingenua e cristallina, dove i concetti di buono e cattivo, giusto e sbagliato non servono.

I grandi miti sociali e politici della seconda metà del '900 sono ancora in piedi, ma il poeta di Crotone ne scorge già tutti i limiti, esattamente come De Andrè, ma senza la pretesa illuminata del gigante ligure.
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La strada che indica Rino Gaetano è quella del folletto coraggioso che, travestito da saltimbanco, si prende il lusso di puntare il dito, dal basso, contro i potenti di turno, a partire dal monolite, allora (come oggi in fondo) rappresentato dalla famiglia Agnelli (Gianni, Umberto e Susanna).
Smaschera i poteri forti, Rino Gaetano, ma senza rabbia, con un sorriso che gli consente - nonostante la consapevolezza delle brutture terrene - di alzare gli occhi a un cielo che resta blu, immune, almeno lui, dallo schifo, dall'ipocrisia e dalle bassezze umane.

Un poeta, Rino Gaetano, che non si ferma nemmeno davanti a se stesso e che - con lucidità - si guarda allo specchio e, così, mentre scrive sul mondo e sulle sue brutture non dimentica la sua immagine pubblica, le camere oscure, il suo passato e le sue paure. E un sesso al quale non dar peso.
Muore ad appena 31 anni Rino Gaetano. Oggi ne avrebbe compiuti 71. Inevitabile chiedersi quale mondo descriverebbe sotto il suo cielo blu e a quali personaggi urlerebbe in faccia il suo irriverente sberleffo. Ma, a ben vedere, la domanda non è corretta.
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Profeta di un mondo ancora da venire indicherebbe ancor oggi una stella invisibile ai più e che, solo tra altri 40 anni, si scoprirebbe avere gli esatti contorni da egli immaginati.
Giuseppe Leonelli
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