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Bitcoin a picco sotto i 7mila dollari. Lloyds vieta l'acquisto

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Il Bitcoin si è più che dimezzato arrivando sotto i 7.000 dollari (-200% rispetto a venerdì 2 febbraio)


Bitcoin a picco sotto i 7mila dollari. Lloyds vieta l'acquisto
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Si respira un evidente clima di paura nelle stanze dei colossi della finanza mondiale. La crescita esponenziale del valore dei Bitcoin ha creato una vera e propria febbre dell’oro (digitale) negli ultimi mesi. Il valore dei Bitcoin ha raggiunto la mirabile quota di 20.000 dollari nelle ultime settimane.

Fino a pochi giorni fa, quando le quotazioni sono state interessate da pesanti ribassi. Il Bitcoin si è più che dimezzato arrivando sotto i 7.000 dollari (-200% rispetto a venerdì 2 febbraio). Ethereum è a 780 dollari da un picco di 1.390 a metà gennaio e Ripple è crollato a 0,8 dollari da 3,5 a inizio gennaio. E’ iniziata la tanto attesa corsa alle vendite, giustificata dalle notizie che circolano nell’ambiente di una seria intenzione da parte di molti Governi (Cina e Corea in primis) ad imporre delle vere e proprie briglie normative, ad un settore che ha fatto della “deregulation” il suo punto di forza.

D’altronde anche le criptovalute, come qualunque altro titolo negoziato nel mercato finanziario, sono caratterizzate da una più che prevedibile volatilità. Fenomeno che ha cominciato a preoccupare alcuni colossi della finanza come Lloyds, JP Morgan e Citigroup.

Stop alle carte di credito

Preoccupazione più che giustificata dal fatto che molti acquisti di criptovalute vengono effettuati tramite carte di credito con il sistema dell’indebitamento, che nel caso di un “crollo” delle quotazioni, possono portare ad un forte aumento di crediti inesigibili. Mastercard ha dichiarato che gli acquisti di criptovalute hanno determinato un aumento dell’1% dei volumi delle sue transazioni nell’ultimo trimestre del 2017. Lloyds pertanto ha pensato bene di correre al riparo, inibendo l’acquisto tramite carta di credito ai clienti considerati “a rischio”.

Draghi: bitcoin investimenti molto rischiosi

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, avrebbe dichiarato durante un’audizione al Parlamento europeo, che le valute virtuali “sono al momento nello spazio non regolato, e dovrebbero essere viste come assets molto rischiosi, soggetti ad alta volatilità e speculazione”.

Oltre ad una evidente preoccupazione in merito ai possibili rischi che le valute virtuali pongono al sistema bancario.

Le preoccupazioni dell’ONU

Presso le Nazioni Unite c’è chi si interroga per capire come la nuova tecnologia insita nel Bitcoin possa trasformare il mondo delle transazioni, finanziarie e non finanziarie, e quali conseguenze possono avere nel sistema economico globale.

Alcuni esperti, tra i quali Ferdinando Ametrano (che insegna Bitcoin and blockchain Technologies al Politecnico di Milano e all’Università di Milano Bicocca) e David L. Yermack (professore di Finanza e business transformation presso la Leonard N. Stern School of Business della New York University), si sono riuniti in un seminario di lavoro dal titolo “Understanding Bitcoin, Blockchains and the Crypto Economy”, presso il Dipartimento degli affari economici e sociali dell’Onu, e si sono posti alcune domande: Le criptovalute soddisfano le funzioni delle valute? Potranno sostituire la moneta legale? O sono un nuovo tipo di asset? Potranno alterare la gestione delle politiche monetarie? La tecnologia della blockchain potrà trasformare le interazioni tra le diverse industrie?

Domande alle quali non è semplice dare delle risposte. Ben venga l’innovazione finanziaria, ma attenzione, è bene che le autorità di controllo non solo vigilino, ma definiscano delle regole ben precise, per evitare che la finanza diventi sempre più un luogo praticato da principianti e speculatori.

Andrea Lodi


Andrea Lodi
Andrea Lodi

Vivo a San Prospero, in provincia di Modena. Sono aziendalista, specializzato in Pianificazione Strategica. Giornalista economico, da gennaio 2009 curo “Economix“, la rubrica economic..   Continua >>



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