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'Chiusura della storica Cores: un sistema che soffoca chi produce'

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'Un’azienda storica, con un fatturato che fino a poco tempo fa superava i 13 milioni di euro, si è trovata comunque costretta alla chiusura'


'Chiusura della storica Cores: un sistema che soffoca chi produce'
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'La liquidità scarsa unita alla contrazione del mercato sta causando una scia infinita di “decessi imprenditoriali” e la chiusura della storica Cores (ex Coop Legno) è solo l’ennesimo tassello di un mosaico che si sta sgretolando sotto i nostri occhi nell’indifferenza di chi dovrebbe intervenire. La colpa, detta in estrema sintesi, è di un sistema economico che punisce chi produce, di un sistema bancario che ha rinunciato colpevolmente al proprio compito riversando le proprie attenzioni solo su finanza, acquisizioni e utili spregiudicati e di un sistema politico-amministrativo sempre più avido nel drenare risorse dal tessuto produttivo per alimentare una macchina burocratica inefficiente e parassitaria'. A parlare è Bruno Rinaldi di Popolo e Libertà.

'Il risultato è quello che vediamo: le aziende chiudono, il lavoro scompare, intere famiglie si trovano senza prospettive mentre chi potrebbe fare qualcosa si limita a convocare tavoli assolutamente insufficienti e concepiti con logiche di trent’anni fa, incapaci di affrontare le nuove sfide economiche e industriali. Il problema non è limitato alla Cores ma si sta diffondendo a macchia d’olio in tanti settori della produzione, perché le difficoltà non riguardano più solo alcune realtà ma stanno diventando sistemiche, un collasso annunciato che nessuno vuole fermare. Occorre convocare le banche e strigliarle severamente affinché tornino ad aprire le maglie del credito, perché non si può continuare a permettere che il sistema bancario guardi solo agli utili finanziari senza svolgere il suo ruolo di supporto all’economia reale.
Allo stesso modo, è necessaria una riduzione drastica dei tributi comunali e una revisione dell’intero impianto fiscale che oggi sta letteralmente strangolando le imprese. Se così non si fa, il sistema è destinato a crollare definitivamente, perché non si tratta più solo di una crisi passeggera ma di una tendenza irreversibile che porterà al collasso totale se non si interviene con misure concrete. E la situazione è resa ancora più grave dal fatto che anche a livello governativo si sta annaspando con provvedimenti nettamente insufficienti, scritti da chi non ha mai dovuto affrontare le difficoltà di un imprenditore medio o piccolo e che quindi non ha la minima idea di cosa significhi lottare ogni giorno per tenere in piedi un’attività tra tasse, burocrazia, crediti bloccati e concorrenza sleale. La vicenda della Cores ne è la dimostrazione più lampante: un’azienda storica, con un fatturato che fino a poco tempo fa superava i 13 milioni di euro, si è trovata comunque costretta alla chiusura perché schiacciata da costi insostenibili, da una struttura immobiliare energivora e da una totale mancanza di sostegno. E ora, più di 65 lavoratori si trovano a rischio, senza certezze e senza neppure la sicurezza di uno stipendio il 10 marzo - chiude Rinaldi -. Il tutto mentre si convocano tavoli di salvaguardia che servono solo a prolungare l’agonia, perché senza un cambio di passo reale non ci sarà nulla da salvare. La verità è che questo Paese sta distruggendo il proprio sistema produttivo con le proprie mani e quando ci si renderà conto del danno sarà ormai troppo tardi'.

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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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