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Payback, nuovo incontro industria e politica a Mirandola, ma le soluzioni sono al palo

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Dal secondo confronto di questa mattina tra le rappresentanze dell'impresa, parlamentari e consiglieri regionali, gli appelli e gli impegni finali non si discostano da quelli di 9 mesi fa, nel primo incontro al Tecnopolo. La politica che aveva promesso una revisione normativa capace di regolare il futuro, a prescindere dalla sentenza della Consulta è rimasta alle dichiarazioni di intenti. Il PD ha presentato oggi un PDL per abrogare la norma. Il sindaco di Mirandola Budri: 'La norma va superata'


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Nel dicembre del 2023, quando ancora la sentenza della Consulta chiamata in causa per decretare la legittimità o meno della norma, era lontana, Confindustria Emilia Area Centro, Lapam Confartigianato e CNA organizzarono, presso la sede del Tecnopolo di Mirandola, un incontro con parlamentari e consiglieri regionali di tutti i partiti per confrontare possibili strategie normative per evitare le conseguenze disastrose sul sistema industriale biomedicale derivante del Payback sui dispositivi medici e sanitari forniti alle aziende pubbliche e alle regioni. Nodo cruciale non solo il meccanismo che prevede la restituzione, da parte delle aziende del comparto sanità, delle spese in eccesso effettuate dalle Regioni, ma soprattutto la retroattività del provvedimento che nella prima applicazione, disposta dal governo Draghi, ha previsto la restituzione delle somme del triennio 2015-2018.

Un incontro molto partecipato e ricco di un confronto di merito nel quale le aziende, trovando condivisione nelle forze politiche, avevano ribadito la necessità di abrogare la norma, e la politica un impegno per mettere mano alla normativa o abrogarla, eliminando o mitigando gli effetti retroattivi del payback, e modificando la normativa per il futuro, valutando anche l'ipotesi di procedere sulla scia di quanto già succede per il payback farmaceutico in vigore da tempo. E ciò anticipando e a prescindere da quello che sarebbe stato il parere della Consulta. In sostanza al di là degli effetti indiscutibili della sentenza della Consulta, la politica, riaffermando il proprio primato e il potere legislativo, si era impegnata ad elaborare uno strumento di legge capace da un lato di garantire i bilanci delle aziende sanitarie pubbliche ma anche i bilanci delle aziende.

Se non per il passato, quantomeno per il futuro. Purtroppo, ad oggi, tale impegno, assunto, 9 mesi fa, sembra essere rimasto lettera morta. Almeno stando alle conclusioni tracciate sull'incontro dalle stesse associazioni di categoria, che di fatto non si discostano più di tanto da quelle emerse a conclusione dell'incontro del dicembre 2023

“La questione ha una sola soluzione - si legge da comunicato finale: l’abrogazione della norma, palesemente iniqua e potenzialmente in grado di pregiudicare il funzionamento delle strutture sanitarie regionali e nazionali”: Una posizione, quella delle associazioni di categoria, basata su due considerazioni:
La prima, di ordine economico, fa riferimento all’assurda pretesa di chiedere alle imprese un rimborso sulle maggiori spese sostenute dalle regioni. È inaccettabile – scrivono Cna, Lapam e Confindustria Emilia Area Centro – che le aziende, dopo aver partecipato ad appalti fissando prezzi in base a ben determinati parametri, ora si trovino costrette a pagare somme impreviste, peraltro a bilanci già chiusi, su costi non di loro competenza.
La seconda è una conseguenza: quella che, dopo una simile decisione, le aziende non vendano più al Sistema Sanitario o che aumentino i prezzi in previsione di future pretese.
“Il combinato disposto di queste due situazioni – affermano le Associazioni – è esplosivo, ovvero la possibilità che le multinazionali, traino del settore, decidano di delocalizzare la propria attività. Una eventualità che sarebbe un colpo tremendo per il territorio e per l'intera filiera delle micro e piccole imprese locali, che cancellerebbe l’impegno profuso dopo il sisma per garantire la ricostruzione degli stabilimenti coinvolti'

'Tutte le parti politiche presenti all’incontro - si legge nella nota conclusiva - hanno dimostrato ampia apertura comprendendo le evidenze poste dalle Associazioni e garantendo il loro impegno per definire – finalmente – questa questione.
Una disponibilità apprezzabile, che però non mitiga le preoccupazioni per questa norma, da superare definitivamente per ripristinare la corretta dinamica degli scambi commerciali tra imprese e sistema sanitario nazionale'

Sul fronte politico, come detto, gli impegni lanciati 9 mesi in forma bipartisan non hanno portato sostanzialmente a nulla di concreto con il PD, rappresentato dal consigliere regionale Palma Costi, dal consigliere regionale Luca Sabattini e dai parlamentari Stefano Vaccari e Andrea De Maria, che ha presentato oggi un proposta di legge per “L’abolizione retroattiva del meccanismo di payback per le aziende produttrici e di commercializzazione di dispositivi medici, con effetto a partire dal 1° gennaio 2015, con l’impegno a garantire le necessarie coperture al Servizio Sanitario Nazionale al fine di far fronte ai mancati introiti delle Regioni”.

 

“Come Sindaco di Mirandola – commenta a margine dell’incontro il Sindaco Letizia Budri - posso confermare come sia continuo il dialogo con i Ministeri di competenza per quanto concerne la situazione del nostro distretto biomedicale. Ringrazio le Associazioni di categoria per averci dato la possibilità, ancora una volta, di riunirci e serrare i ranghi su un tema – quello del superamento della norma relativa al payback – sul quale oltre alla non scontata convergenza da parte di tutte le rappresentanze politiche locali, urge una risolutezza che la nostra comunità ci chiedere, preoccupata sia da un punto di vista occupazionale che delle prospettive future. Serve incardinare un tavolo che abbia, come specifico obiettivo, quello di trattare la gestione del pregresso e l'evoluzione di una norma che impatta pesantemente sulle aziende del distretto e che rischia di avere riverberi anche sull'intero sistema sanitario nazionale. Un tema sul quale troppo spesso cala il silenzio, sia sulla stampa nazionale ma anche sui media locali: serve al contrario mantenere massima l'attenzione sulla vicenda, dando man forte concreta non solamente alle Associazioni di categoria – il cui lavoro è a 360° nella tutela del comparto e della qualità da esso espressa – facendo sentire un supporto tangibile alle imprese, che giustamente vedono incertezza nel futuro e per quanto riguarda le multinazionali
Quale Sindaco di uno dei Comuni maggiormente coinvolti ai possibili risvolti del payback, mi metto pienamente a disposizione e auspico che possa essere trovata, tecnicamente parlando e nel più breve tempo possibile, una soluzione definitiva per dare positivo riscontro alle valutazioni condivise anche qui, oggi.
Il prossimo 17 Settembre sarò nuovamente a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per la vertenza ex Bellco -Mozarc Medical: sarà per me occasione per rinnovare la necessità di soluzioni per il distretto”.


Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 

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