Plastic Tax, monito Caiumi: 'Rischiamo di perdere un intero settore'
Il presidente di Confindustria Emilia contrario alla proposta del governo: 'Una azienda che fattura 100 milioni ne perderebbe 12'
Lo mette in chiaro il presidente di Confindustria Emilia, il modenese Valter Caiumi, nell'ambito del dibattito sulla plastic tax che in vista delle elezioni in Emilia-Romagna ha gia' preoccupato anche lo stesso governatore Pd ricandidato Stefano Bonaccini.
In tutta Europa dalla Francia alla Germania, contestualizza in una nota Caiumi, 'sono stati attivati piani a cinque anni di incentivi all'utilizzo della plastica riciclata, per stimolare innovazione e ridurre l'impatto della plastica non riciclata entro il 2025'. Invece, 'con questa tassa, tra cinque anni in Italia non avremo migliorato nessun processo produttivo e avremo ridotto occupazione e imprese attive.
Ancora una volta- lamenta l'industriale- manca una politica industriale vicina alla politica della circolarita' dell'economia, che dovrebbe portare valore. Queste azioni troppo roboanti non producono cultura ne' danno la possibilita' di avviare nuove azioni innovative per avere soluzioni nel medio lungo periodo. Qui il processo di cambiamento viene distrutto e non stimolato'. In sostanza, secondo Caiumi dunque 'siamo di fronte a un calcolo frettoloso per fare quadrare la manovra di fine anno, senza studi di fattibilita' di cosa si colpisce e degli effetti nell'economia reale'. Insomma, la plastic tax fa danni. Siamo convinti che la misura, dallo scopo assolutamente nebuloso, non risolva le questioni ambientali e vada solo a penalizzare senza possibilita' di recupero consumatori, lavoratori e imprese: si tratta di un provvedimento che colpira' un comparto di eccellenza, quello della plastica, che e' oggi messo in cattiva luce in maniera troppo semplicistica: stiamo risparmiando o demonizzando per allocare imposte che andranno a penalizzare il mondo di chi produce?', si chiede l'industriale emiliano. Inoltre, avverte, 'la misura determinerebbe un incremento del 110% del costo della materia prima. Se questa e' un'imposta passante, l'azienda dovra' comunque mettere mano al proprio portafoglio e anticiparla.
Chi le restituira' la somma versata? Il Conai? La Grande distribuzione? Il consumatore finale?'. Caiumi offre 'un esempio reale su tutti: un'azienda del nostro distretto che fattura 100 milioni di euro, il 30% dei quali derivante dalla produzione di 12.000 tonnellate di film plastico in Italia, stante la norma, sara' colpita con una imposta di 12 milioni di euro'. In tutto questo, conclude l'industriale, 'il significativo aumento dei costi minera' la sopravvivenza di molte imprese anche grandi, espressione di una assoluta eccellenza mondiale, e avra' inevitabili ricadute sugli investimenti a favore dell'innovazione, sottraendo fondi che le nostre imprese destinano alla ricerca di soluzioni tecnologiche sostenibili'.
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