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Candidati elezioni Modena, tutto nelle mani di Barcaiuolo e Bonaccini

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Il futuro amministrativo di Modena, guidata ininterrottamente dalla stessa area politica da 80 anni, è legato alle scelte dei due capicorrente


Candidati elezioni Modena, tutto nelle mani di Barcaiuolo e Bonaccini
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La differenza tra centrodestra e centrosinistra nella scelta delle candidature in vista del voto a Modena è tutta nella forma: la sostanza non cambia. Da una parte il Pd mette in campo la solita vecchia narrazione del 'percorso condiviso', dell''ascolto del territorio' e della 'partecipazione' con tanto di primarie, ma alla fine è chiaro come il sole che a decidere il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra a Modena sarà di fatto Stefano Bonaccini (con qualche timido tentativo di influenza da parte dell'uscente Giancarlo Muzzarelli e del braccio destro della Schlein, Stefano Vaccari). Alla faccia del coinvolgimento degli iscritti

Dall'altra parte parte Fdi, più coerentemente, non ha nemmeno annunciato di aprire un momento di confronto e discussione sulla individuazione del candidato primo cittadino. A decidere sarà il leader stesso di Fdi Michele Barcaiuolo.

Il senatore meloniano prima di tutto sa di non avere una corrente critica interna al suo partito (partito gerachico per sua natura che esclude scalate dell'ultimo minuto), in secondo luogo scommette sul fatto che gli alleati minori, Lega e Forza Italia, si adatteranno senza aprir becco a qualsiasi nome egli sceglierà, in virtù di un accordo nazionale. Come del resto egli si adattò nel 2019 al progetto (rivelatosi fallimentare) guidato da Stefano Prampolini, allora imposto dalla Lega. E pazienza se un tempo era proprio Barcaiuolo, quando rappresentava la minoranza interna al centrodestra, a chiedere le primarie per individuare i candidati migliori.

Insomma, ancora una volta, il futuro amministrativo di Modena, guidata ininterrottamente dalla stessa area politica da 80 anni, è legato alle scelte dei due capicorrente, Stefano e Michele, i cui rapporti personali peraltro - al di là del gioco delle parti - sono tutt'altro che di scontro.



Bonaccini sceglierà partendo innanzitutto dalla analisi del proprio percorso politico individuale. Il governatore emiliano, vista tramontata l'ipotesi di un terzo mandato, proverà la scalata a Bruxelles, sperando di non incappare in un avversario ostico come Luca Zaia. Dovesse sfumare la certezza di un posto in Europa, allora non è esclusa neppure una sua candidatura a Modena, una sorta di passo indietro oggi per poter fare due passi avanti domani. O comunque per non troncare la propria carriera.
Barcaiuolo, dal canto suo, non ha mai fatto mistero di preferire un candidato di partito a un nome civico, sapendo che, sullo sfondo, resta la candidatura di Daniela Dondi, la quale, forte di un consenso che va al di là del recinto meloniano, conferma ancor oggi la disponibilità a vestire la fascia tricolore. Anche a costo di dire addio al seggio alla Camera.
E in questo gioco delle parti la tempistica avrà un ruolo dirimente. Fdi aspetterà che sia il Pd a lanciare il proprio candidato e a quel punto (presumibilmente a metà febbraio) svelerà il proprio nome.
In mezzo stanno i cittadini, soprattutto i tanti che aspettano da sempre una ventata di novità che liberi Modena dalle inevitabili incrostazioni di un eterno monocolore.
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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