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Probabilmente, considerato l'immobilismo delle opposizioni e di Fdi in particolare, a Modena le elezioni il Pd le vincerà comunque, ma mai come ora il partitone locale appare alle corde.
L'ultima autocandidatura a sindaco di Francesca Maletti è stato il colpo di grazia in un dibattito che col passare delle settimane è apparso sempre più surreale.
E dire che il segretario cittadino Federica Venturelli era partita con le più buone intenzioni. Un bel percorso partecipato nei circoli, una bella discussione aperta e democratica e la promessa di trovare un candidato convidiso bello, bravo e inclusivo.
Ma qualcosa è andato storto. Dai circoli sono emersi quasi più candidati che iscritti. Otto candidati, diversi assessori autoinvestiti da una luce semidivina, tutti in guerra l'uno contro l'altro e sullo sfondo il grande ed eterno duello tra Muzzarelli e Bonaccini. Così agli otto nomi si sono aggiunti i 'riservisti', i sedicenti big (Baruffi, Guerra e Mezzetti).
Ma nemmeno così si è arrivati a una minima idea di sintesi. E allora man a mano il dibattito si è trasformato in una sorta di dialogo anarchico dove ognuno si è sentito in diritto di alzarsi sulla sedia e dire la sua. Senza nessuna moderazione e senza logica.
I modenesi hanno così assistito nell'ordine al sondaggio autocommissionato del sindaco di Spilamberto, alla censura dei segretari Venturelli e Solomita di detto sondaggio, a una lettera dell'ex parlamentare Giuditta Pini uscita in bozza con firme farlocche e, infine, - colpo di scena finale - al 'a volte ritornano' di Francesca Maletti.
Oggi pomeriggio ci hanno provato i grandi 'vecchi' Barbolini, Pighi e Miglioli a mettere un po' di ordine, chiedendo di fare quelle Primarie che nessuno voleva. Ma ormai è troppo tardi. Ormai sono scappati non solo i buoi, ma anche le galline, i conigli, le pecore e pure il fattore si sente così così.
A Modena resta un partito devastato, senza capo nè coda, ridotto a una battaglia tra bande: muzzarelliani contro bonacciniani e, tutti contro tutti. Triste simulacro dell'ordine e della disciplina con cui il vecchio Pci dettava la linea. Eppure, nonostante tutto, questo partito è chiamato a governare la città, al momento per assenza di alternative. A questo punto delegare una soluzione interna alle Primarie appare non solo poco credibile, ma anche impraticabile perchè, visto che nessuno vuole fare passi indietro, è impensabile fare primarie con 8-10 candidati.
E allora l'unica soluzione possibile, quella che circola insistemente da questa mattina nei corridoi del Pd, è quella del commissariamento. Il segretario nazionale Elly Schlein prenda atto del totale fallimento di una classe dirigente locale, Bonaccini compreso, e decida lei chi è il candidato migliore. A questo punto lo merita non solo il Pd, ma proprio perchè parliamo del candidato che oggettivamente ha più chance di diventare sindaco a giugno, lo merita Modena.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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