Opinioni Il Punto

Gratteri spaccia una intervista-bufala di Falcone come vera: figuraccia planetaria del magistar

Gratteri spaccia una intervista-bufala di Falcone come vera: figuraccia planetaria del magistar

Come insegnava Enzo Tortora in Italia, solo i pazzi, i bambini e i magistrati non rispondono dei propri errori


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Può succedere che un dibattito politico ex se caldo si arroventi. Soprattutto se a stagliarsi sullo sfondo è tema politico, a sua volta, ex se caldo quale innegabilmente è quello avente ad oggetto la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri. Può succedere.

E, in concreto, come noto, succede. E, quando succede, in tutta onestà, succede per le più disparate ragioni.

Parimenti può succedere che anche il campeon di una delle due parti, accanito sostenitore di una delle due tesi - di quella che l'anzidetto campeon dovrebbe autorevolmente difendere coram populo, insomma - cada sulla classica buccia di banana.  Le bucce di banana, d'altro canto, esistono.

E certamente non risparmiano nessuno, noti magistar compresi.

Ma la vita, come noto, ha le sue regole. E se si pretende - questo è il punto - che l'errore, soprattutto se grave, venga scusato, occorrerebbe ricordare sempre che, nel mondo delle professioni, ci sono bucce di banana e bucce di banana.

Rewind.

Nel caso di specie, è accaduto che l'importante procuratore della Repubblica - e, dunque, un importante pubblico ministero, vale a dire una persona che, professionalmente, esiste proprio per vagliare la credibilità delle fonti di prova e, soprattutto, la verità delle sottostanti affermazioni probatorie - abbia partecipato ad una
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importante trasmissione in diretta televisiva.

E lì, estratto a sorpresa il proprio smartphone, senza, in nessun modo, verificare preventivamente la bontà delle proprie future asserzioni, abbia dato pomposamente lettura della classica bufala (a suo dire) giornalistica - notoria essendo, soprattutto per gli addetti ai lavori, la posizione pro separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri che era propria di Giovanni Falcone -. 

Orbene. Dopo essere stato smascherato 'male', quanto tempestivamente, in primis, dalla stampa nazionale, che cosa ha fatto il noto magistar?

Ha dato per avventura mostra di soffrire a causa dell’evidente perdita di prestigio personale, nonché di autorevolezza professionale, causata dall’imbarazzante intemerata - aggravata, l’anzidetta intemerata, dall’importante ruolo istituzionale ricoperto in seno alla magistratura italiana -? Davvero no.

Semplicemente, ha concesso, il noto magistar, un’altra intervista ad altra importante testata nazionale in occasione della quale dire semplicemente che ‘la finta intervista’ letta in diretta televisiva gli sarebbe stata inviata da ‘persone serie’ facenti capo al mondo dell'informazione e che, su queste sole basi - i.e. senza verificare in nessun modo la fondatezza della pretesa notizia -, l’avrebbe letta in diretta televisiva: ‘(e)rano persone autorevoli dell’informazione’ e punto, avrebbe chiosato, nell’occasione, il noto magistar.

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del no alla separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri come se niente fosse stato. 

E, invece, per tutti gli italiani consapevoli del fatto che, nella vita vera - quella che scorre fuori dal palazzo del potere -, quando si sbaglia si paga, molto, in questo caso, a mio parere, è stato.

Perché, in questo caso - l'ennesimo -, è emerso, in modo finanche arrogante che, pur a fronte di gravissima leggerezza a monte, c’è stata più leggerezza ancora a valle e punto.

Non c'è oggettivamente stato altro a valle.

A valle. Vale a dire là ove sarebbe stato doveroso, quanto meno, vergare sentite scuse formali. 

The show can go on? No.

Non in questo caso, a mio parere.

Perché, in questo caso e 'con' questo caso, secondo me, si è davvero passato il segno. Perché davvero si è data icasticamente mostra del fatto che aveva ragione Enzo Tortora a urlare silenziosamente che, in Italia, solo i pazzi, i bambini e i magistrati non rispondono dei propri errori.

Tutti cadono, nella vita, ivi compreso i noti magistar.

Ma questa loro boriosa pretesa, qui icasticamente confessata, ripeto, dall’irrazionalmente serena reazione dell’importante procuratore della Repubblica, è cosa che, francamente, mi sembra di poter dire che i cittadini non sopportino più.
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Non siamo sudditi.

L’Italia è fatta di milioni di persone perbene.

Che, alla magistratura, come Costituzione ha voluto, non appaltano arroganti sermoni moralizzanti su tutte le materie, peraltro in assenza totale di contraddittorio.

Ma, semplicemente, l’amministrazione della giustizia in nome del popolo italiano. 

Gli italiani, cioè, alla magistratura, come Costituzione ha voluto, appaltano cosa delicatissima. 

Che merita laborioso silenzio.

Non certamente rumorose bugie. Oggettivamente, quando un ordine - la magistratura, in questo caso - si fa potere, a livello sistematico - la storia lo insegna - saltano tutti i sinallagmi - i.e. tutti i metri e tutte le misure -. E, quando accade ciò - e l’affaire Gratteri ne è l'ennesima prova provata -, accade anche tutto ciò che, purtroppo, di pericolosissimo, nella vita, accade quando si perde completamente l’aderenza con la realtà.

E questo - tutto questo - non può non fare paura quando in gioco, quotidianamente, ci sono vite vere di persone vere che dovrebbero essere giudicate - e, in caso di condanna, anche pesantemente ipotecate - da parte di altri uomini.

Guido Sola

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Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Dottore di ricerca in Scienze penalistiche presso l’Università degli Studi di Trieste. Già assegnista di ri...   

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