Rifiuti, Mezzetti ha osato criticare Hera e ora paga lo scotto. Stessa cosa per Righi su Aimag
Hera non forza mai la porta: aspetta che gliela apra il partito. E il partito, quando vede un sindaco troppo indipendente, non lo difende: lo consegna
A Modena Massimo Mezzetti ci ha provato a rompere la catena. Ha parlato di rifiuti non come di un business ma come di un servizio da restituire ai cittadini. Ha criticato il modello Hera, ha messo in discussione la rendita dei gestori, ha promesso una “rivoluzione civica”. Risultato: boicottato dai suoi, logorato giorno per giorno da Giancarlo Muzzarelli e dalla vecchia guardia del PD. La stampa teoricamente amica lo isola, gli assessori gli remano contro, il suo stesso gruppo consiliare lo lascia annaspare nel fango delle ordinanze sui dehors. Ogni sua mossa serve solo a farlo sembrare un dilettante. E quando qualcuno osa difenderlo, arriva la carezza velenosa del partito: “siamo tutti uniti, ma il metodo va corretto”.
A Carpi la trama è identica. Riccardo Righi ci aveva messo la faccia su Aimag. Ha cercato la fusione con Hera fallendo clamorosamente, con un piano troppo arzigogolato per essere credibile. Qualcuno a questo punto ipotizza sia stato fatto apposta. Stava ritessendo le fila, ma anche qui il partito è arrivato puntuale con la parola magica: l’Unità è roba nostra. Tradotto: commissariamento politico. La regia provinciale – l’hanno davvero chiamata così - ha convocato tutti: segretari, consiglieri, assessori del PD. Per dire che il dossier Aimag torna “dentro l’orizzonte politico del PD”. Righi ringraziato e silenziato.
Il meccanismo è collaudato: Hera non forza mai la porta: aspetta che gliela apra il partito. E il partito, quando vede un sindaco troppo indipendente, non lo difende: lo consegna. Prima lo lascia solo, poi lo sostituisce con un tavolo tecnico, poi lo convince che è “nell’interesse dei cittadini” cedere la propria autonomia. Così Modena e Carpi si vedono allo specchio: due città diverse, due sindaci non organici, due storie finite allo stesso modo.
Ma Hera, in questa nostra ricostruzione, non è il colosso bolognese: è il sistema Modena. È quel sistema di potere che da 80 anni governa senza soluzione di continuità e senza alternative all’orizzonte. Che per la prima volta ha nominato, in contemporanea, due sindaci fuori dal partitone nelle città più grandi. Allo scopo, neanche troppo celato, di celare le magagne del partito, l’assenza di leader - o forse la presenza di troppi semileader. Ma soprattutto di operare un reset: concentrando in questi 5 anni tutte quelle operazioni poco popolari che sono state rimandate in passato.
Oggi, osservando i sindaci dall'esterno, solo una cosa è certa: entrambi sanno che il limite dei due mandati è un limite massimo, non minimo. E che fra 4 anni entrambi prenderanno altri lidi.
Magath
Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.
Il delirio di Francesca Albanese col Tricolore sulle spalle: 'Hamas sta animando una rivoluzione globale'
Tangenziale di Modena bloccata dai Pro-Pal: la legge prevede il carcere e il buonsenso è calpestato
Accordo Aimag-Hera naufragato, ora vanno restituiti i 30 milioni: doppio rischio
Modena, preghiere contro l'aborto: ecco qua i facinorosi che 'intimidiscono' le donne
Articoli Recenti
Rifiuti, urbanistica, dehors: Muzzarelli contro Mezzetti gioca al 'tanto peggio tanto meglio'
La banalità indecente di un ministro che piega l'orrore della Shoah alla smania revisionista
Dopo Mattia Santori, Rackete e Soumahoro, ecco la nuova eroina Pd: Francesca Albanese
Il sindaco plaude alla manifestazione Pro-Pal, attacca la Meloni ma dimentica il blocco della tangenziale

 (1).jpg)

