Accordo Aimag-Hera naufragato, ora vanno restituiti i 30 milioni: doppio rischio

Situazione anomala. Nelle società a controllo pubblico, le anticipazioni dovrebbero arrivare da istituti finanziari terzi, non da un socio industriale privato
Con quel prestito si è creato un vincolo patrimoniale che ha modificato i rapporti di forza interni fra Hera e Aimag prima ancora della decisione politica. Determinando un fattore di irreversibilità: che si ha quando un atto preliminare, come un prestito o un’anticipazione, condiziona le scelte successive rendendo difficile o troppo costoso tornare indietro. Qui è accaduto esattamente questo: Aimag ha accettato un finanziamento da un socio di minoranza che, per definizione, non dovrebbe essere creditore ma partecipante al rischio. E Hera, da semplice socio, è diventata interlocutore finanziario diretto, in posizione di vantaggio informativo e decisionale. Un atto che, per i principi di correttezza amministrativa, avrebbe quantomeno richiesto un’interlocuzione ufficiale con i soci pubblici - se non un’autorizzazione preventiva - e una motivazione di necessità non solo dichiarata ma dimostrata.
È una situazione anomala. Nelle società a controllo pubblico, le anticipazioni dovrebbero arrivare da istituti finanziari terzi, non da un socio industriale privato che ha un interesse diretto a modificare la governance. Il prestito espone ora l’amministrazione a un doppio rischio. Se la restituzione dovesse creare tensioni finanziarie, scatterebbe un problema di responsabilità gestionale per la presidente Paola Ruggiero (nella foto) e per il CdA che ha approvato l’operazione. Se invece Aimag riuscisse a rimborsarlo senza difficoltà, verrebbe meno tutta quella narrazione della crisi che giustificava la fusione con Hera.
In entrambi i casi, la credibilità politica del CdA si indebolisce. Così come quella del sindaco Riccardo Righi: che in questi mesi ha portato avanti la linea di Hera come se fosse l’unica scelta inevitabile, senza cercare alternative. Trascinando i suoi consiglieri comunali in una posizione giuridicamente fragile e politicamente insostenibile. Con l’aspetto tragicomico che loro, in questo momento, penseranno invece davvero che il debito insormontabile sia la prova della bontà dell’operazione. E che la colpa sia tutta dei magistrati contabili.
Eli Gold
Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Il delirio di Francesca Albanese col Tricolore sulle spalle: 'Hamas sta animando una rivoluzione globale'

Tangenziale di Modena bloccata dai Pro-Pal: la legge prevede il carcere e il buonsenso è calpestato

Modena, Mezzetti tiene la barra dritta e isola la fronda Muzzarelli: Guerzoni e Bosi smentiti su Seta

Modena, preghiere contro l'aborto: ecco qua i facinorosi che 'intimidiscono' le donne
Articoli Recenti
Il corteo pro-Pal, la città paralizzata, la kefiah e il negazionismo su Hamas: così si rinuncia alla complessità

Flotilla, così il dissenso si auto-ridicolizza

Modena, Giulio Guerzoni (anima di Muzzarelli in Giunta) sempre più corpo estraneo

La Flotilla, Francesca Albanese, le farmacie Israele-free: gli spot migliori per rafforzare Netanyahu