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Caso Aimag, in fondo la politica conta poco, contano gli affari a lungo termine

Caso Aimag, in fondo la politica conta poco, contano gli affari a lungo termine

La verità tecnica è un’altra, va valutata nei 15/20/30 anni, non nell’immediato. E tocca un po’ tutti i settori: gas, idrico, rifiuti


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S’è discusso, anche su queste colonne, del PD come regista della vicenda Aimag–Hera. Ma in realtà la politica c’entra meno di quel che si creda. Prendiamo Riccardo Righi. È vero, è partito per primo e senza un mandato politico-amministrativo. Senz’altro un input del PD locale c’è stato. Ma è più che lecito dubitare che un’operazione di questa complessità possa essere nata nelle sezioni carpigiane, sotto la regia del segretario Daniela Depietri e della presidente Paola Ruggiero. La nostra opinione – e resta un’opinione – è che la regia venga da Hera. Non da Carpi.
 

Poi c’è il sindaco di Mirandola, la leghista Letizia Budri. La sensazione è che abbia più subito che promosso il piano. A inizio mandato può aver ricevuto pressioni indirette – posti di lavoro che traballano a Mirandola, commesse che scivolano fuori dalla bassa, la sede legale da spostare nella più mansueta Carpi. Ipotesi anche queste, null’altro. Fatto sta che ha portato avanti un progetto che non era nel suo programma elettorale e senza l’appoggio del suo partito negli altri comuni. Una scelta più amministrativa e personale che politica. Contro la quale anche Fratelli d’Italia, a parte i singoli di Mirandola, ha fatto opposizione coerente.
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Cavezzo con il sindaco Stefano Venturini, ha addirittura bocciato gli atti.
 

Poi ci sono i numeri, quelli usati come grimaldello. La crisi si è raccontata come crisi di bilancio, crisi finanziaria, crisi con le banche, gare alle porte. Ma la verità tecnica è un’altra. E va valutata nei 15/20/30 anni, non nell’immediato. E tocca un po’ tutti i settori: gas, idrico, rifiuti.
 

Il gas è la vera cassaforte di Aimag. Sinergas ha margini solidi, l’acquisto di Soenergy ha allargato il campo. Ma il paradosso è evidente: i Comuni, dopo la Madia, devono dismettere partecipazioni marginali, ma possono fare utili vendendo gas fuori da loro territorio. All’inverso, Hera offre il gas nel territorio di Aimag, non crediamo al rialzo. Tutto ciò è nello spirito del libero mercato e della concorrenza, ci mancherebbe. Ma cosa c’è di politico e di pubblico?
 

Sul settore idrico, invece, i cittadini più attenti avranno visto negli ultimi tempi un’escalation di guasti, rotture, interi quartieri e mezze cittadine bloccati per ore. La rete è vecchia – a parte i tratti rinnovati dove c’era amianto nell’acqua e con i fondi del PNRR. Le torri piezometriche, nate con la rete e calmieranti, sono state eliminate dopo il terremoto.
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Quel che resta è una rete pompata a forza, più fragile, più costosa da mantenere. Impossibile ritenere davvero sufficiente la sua sola distrettualizzazione prevista nel Piano. E serviranno forti investimenti.
 

Anche sui rifiuti serviranno forti scelte e investimenti: le discariche vanno verso l’esaurimento, i costi di smaltimento saliranno. Il piano industriale evidenzia che Aimag non avrà soluzioni sufficienti, senza Hera. Forse, con Hera a decidere, si potrà far passare come inevitabile la costruzione di un nuovo inceneritore – l’attuale ha ancora 10/15 anni di vita residua.
 

Tutti elementi che pesano più dei numeri. Ma che non sono mai entrati davvero nella discussione. Si è preferito parlare di utili, perdite, percentuali, gare. Di oggi e non di domani. Perché?
 

Eli Gold
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Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul direttore della tes...   

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