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Aimag-Hera: salta accordo, chi vince e chi perde. Dalla figuraccia dei sindaci al coraggio premiato dei ribelli

Aimag-Hera: salta accordo, chi vince e chi perde. Dalla figuraccia dei sindaci al coraggio premiato dei ribelli

Le pagelle: ecco vincitori e vinti di una partita a scacchi che va avanti da mesi e che si è conclusa col classico colpo di scena finale


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La delibera della Corte dei Conti (qui il documento integrale) è arrivata come un fulmine a ciel sereno a scardinare i piani così ben 'congeniati' (per citare il sindaco di Carpi Righi) di Hera, della presidente Aimag e della stragrande maggioranza dei Comuni soci di Aimag. Lo ha ammesso la stessa Paola Ruggiero ieri pomeriggio alla riunione d'urgenza convocata coi sindacati: nessuno si aspettava una stroncatura così netta.
Ora i primi cittadini provano a riunire i cocci e a trovare una via d'uscita per salvare la faccia, ma dal giudizio dirompente della Corte dei Conti è davvero difficile fuggire. Anche in termini di responsabilità rispetto al voto nei prossimi Consigli comunali.
Ecco allora vincitori e vinti di una partita a scacchi che va avanti da mesi e che si è conclusa col classico colpo di scena finale.
Riccardo Righi, voto 5: Il sindaco di Carpi appena insediato si era messo subito alla testa dei primi cittadini pronti a firmare l'accordo la cessione del controllo pubblico di Aimag. La sua è stata una partita giocata a carte scoperte, senza rinnegare se stesso. Una partita che - come il nostro giornale ha più volte sostenuto - non aveva i presupposti per essere vinta con quelle armi, ma comunque egli ci ha provato mettendoci la faccia e senza tradire promesse elettorali.
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Ha perso malamente, ma viste le sue convinzioni, ha poco da rimproverarsi.
Paola Ruggiero, voto 3: Il presidente di Aimag ha partecipato a tutti i Consigli comunali dei Comuni soci nel tentativo di convincere i consiglieri ad approvare il piano e ci è anche riuscita. Non ha mai nemmeno tentato di salvaguardare il controllo pubblico della multiutility che era chiamata a guidare. Il suo obiettivo era chiaro da subito: traghettare Aimag in Hera. Non c'è riuscita. Ma non solo, dopo la debacle non ha nemmeno accennato alla possibilità di fare un passo indietro, ma ieri davanti ai sindacati ha rilanciato. A peggiorare il tutto la sua presenza alla festa Pd a cantare Bella Ciao di fianco al segretario Pd di Carpi.
Sauro Borghi, voto 9: Il sindaco di San Prospero è il grande vincitore di questa partita. Nel mandato scorso si era messo alla testa del gruppo dei sindaci ribelli, poi di ribelle era rimasto solo lui, visto il cambio di rotta dei colleghi mantovani. Ma Borghi ha tenuto la barra dritta e coraggiosamente con la sua maggioranza ha votato no in Consiglio comunale, fregandosene dei diktat di partito.
Stefano Venturini, voto 9: Insieme a Borghi è l'altro grande vincitore nella vicenda Aimag.
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Anch'egli non ha mollato e - a dispetto dei colleghi di Fdi di Mirandola - ha detto no al piano, motivando con coerenza la sua scelta.
Letizia Budri, voto 4: Il sindaco di Mirandola, capofila dei sindaci della Bassa, è nella stessa condizione del collega di Carpi, ma ad aggravare il bilancio del suo operato è la svolta totale nella quale si è cimentata rispetto alle promesse fatte appena un anno addietro in campagna elettorale. I cartelli con i quali, insieme ai candidati sindaci di centrodestra, prometteva il salvataggio del controllo pubblico di Aimag restano una fotografia difficile da dimenticare.
Francesco Vincenzi, voto 4: Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola è passato in un anno dal dire che 'è importante che Aimag rimanga pubblica', all'affermare in Consiglio comunale a Mirandola che 'la scelta di procedere con l’integrazione in Hera Spa non deve essere demonizzata, ma considerata come una concreta opportunità di integrazione, stabilità, crescita industriale e soprattutto occupazionale'. Non c'è molto altro da dire.
Stefano Vaccari, voto 5: Insieme a Righi, il vero leader provinciale Pd, ha orchestrato l'operazione provando fino all'ultimo a farla andare in porto.
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Non c'è riuscito, la Corte dei Conti ha bocciato in toto il suo piano, ma anch'egli, almeno, ha giocato a carte scoperte.
Ferdinando Pulitanò, S.V.: Il presidente provinciale di Fdi non ha toccato palla. Fdi è stata completamente senza guida in questa vicenda: mentre a Mirandola i meloniani votavano a favore in maggioranza, a Carpi con Annalisa Arletti votavano contro in minoranza. Nessuna linea, se non quella dell'opportunità politica. In questo Pulitanò si è trovato in buona compagna con gli alleati numericamente minori, Lega e Forza Italia.
Cisl, voto 8: E' l'unico sindacato ad avere espresso ieri una posizione chiara sulla vicenda chiedendo ai sindaci di ripartire da capo e di riaprire la discussione nei Consigli comunali, consigliando di non procedere al buio a dispetto del parere della Corte dei Conti. La Cisl ha detto cose di buon senso, ma nel silenzio degli altri sindacati, anche dire cose normali sembra eccezionale.
Anna Greco, Gigi Costi, Paolo Negro, Diego Zanotti (Pd Bassa, Concordia, Novi), voto 8: Il Pd ribelle di Mirandola e della Bassa ha tenuto testa alla Federazione provinciale e ha vinto la partita. La Corte dei Conti ha sottoscritto in pieno le tesi di questo gruppo Dem. Coerenza vorrebbe che davanti a critiche così profonde si uscisse dal partito, ma non si può chiedere troppo.
Giuseppe Leonelli
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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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