Il sindaco plaude alla manifestazione Pro-Pal, attacca la Meloni ma dimentica il blocco della tangenziale

Il messaggio sui social di Massimo Mezzetti. Come se non esistessero le frasi e l'appello a violare le leggi dello Stato e il possibile reato di blocco del traffico della tangenziale del segretario della CGIL, organizzatrice del corteo
Sono alcuni passaggi del messaggio del sindaco Massimo Mezzetti pubblicato sulla sua pagina Facebook. In sostanza, plauso alla manifestazione di CGIL SI Cobas USB, (incredibile ieri vederli insieme), immancabile attacco al governo, ma vuoto totale per quanto riguarda uno degli aspetti che di quella manifestazione non può e non deve essere sottovalutato e omesso, soprattutto da parte di chi rappresenta le istituzioni democratiche, fa appello alla legalità (quella legalità alla quale ha dedicato anche un assessorato), e al rispetto delle leggi. Perché, ieri, al di là di come si possano giudicare politicamente le leggi, queste esistono. E vanno rispettate. Purtroppo, e lo diciamo perché questo macchia l'immagine candida che si vorrebbe rappresentare di quel corteo, che quelle leggi, per dichiarata e ostentata volontà degli organizzatori del corteo, non le ha rispettate in toto. Ufficialmente e formalmente, nelle parole e nei fatti. Le parole del segretario provinciale CGIL Daniele Dieci, lo confermano. Rileggiamole:
“Ora, giunti a questo punto, blocchiamo la tangenziale. Andiamo, camminando blocchiamo il traffico in tutte e due direzioni. Qui noi dovremmo girare… girare, invece andiamo dritto, ma c’è la responsabilità di tutti noi di quello che può succedere. Ci sono delle norme fasciste che impongono arresti e denunce di fronte a blocchi stradali. E allora io vi dico questo: noi andiamo, andiamo dentro alla tangenziale, la attraversiamo, così blocchiamo tutta la città e si deve vedere che questa cosa Modena la sa fare”.
Queste sono le parole del segretario provinciale della CGIL pronunciate nel punto più significativo del tragitto del corteo, giunto nei pressi della tangenziale. Stando alle parole di Daniele Dieci il percorso non comprendeva il passaggio in tangenziale tantomeno il blocco forzato del traffico. Anche perché nei percorsi definiti e accordati preventivamente per il passaggio dei cortei è difficile, improbabile, possano essere inserite arterie stradali sensibili e di grande comunicazione, come anche nella legge sono identificate tangenziali e autostrade.
Del resto non ci sono dubbi né motivi di fraintendimento nelle parole pronunciate ai partecipanti al corteo: il segretario CGIL fa sapere, o forse fa credere, che il corteo, giunto in via Finzi, avrebbe avuto un percorso definito che prevedeva di voltare su via Gerosa per rimanere all’interno della tangenziale. Non di entrarci, in tangenziale, e tantomeno di bloccarne il traffico. Un percorso definito che invece il segretario annuncia di volere modificare, forzare, proseguendo in tangenziale con l’intento chiaro e dichiarato di violare leggi che prevedono non più sanzioni amministrative ma conseguenze penali, legati al blocco stradale di una arteria stradale principale. Leggi dello Stato che le istituzioni dello Stato sono chiamate ad applicare e a fare rispettare. Leggi che invece, a Modena, nelle parole e nei fatti, vengono in quel momento violate e, vista le veemenza dell’annuncio, anche con orgoglio e determinazione. 'Per fare vedere che anche Modena le sa fare'. Così ha detto, come fosse un vanto da mostrare e dimostrare di sapere fare bloccare una tangenziale.
Parole, quelle del segretario Dieci pronunciate prima di entrare in tangenziale, che smontano anche i presupposti di un eventuale accordo (posto che ci fosse), non ufficiale, per fare percorrere un tratto di tangenziale al corteo bloccandone il traffico. Cosa che facciamo fatica a credere, proprio perché parliamo di una tangenziale, arteria che dovrebbe essere tutelata, tanto più preventivamente, anche nel caso di cortei autorizzati. E che possono svolgersi liberamente, sulla viabilità urbana ordinaria. In nome del diritto sacrosanto di manifestare.
Fatto sta che la violazione della legge c'è stata. Al di là delle conseguenze in termini di responsabilità che saranno attribuite a chi quelle parole le ha dette e quegli atti li ha fatti, costituisce quantomeno una macchia in quel mondo ovattato, ideale e bucolico rappresentato dal sindaco Mezzetti rispetto a quella marea rossa bianca e nera, con teschi moschee e bandiere palestinesi alla quale nessuno toglie significato, quantomeno in termini di straordinaria, e per la maggior parte composta, partecipazione.
Il rispetto della legge e delle norme non può essere derogato e sacrificato da una narrazione politica e di parte. Soprattutto se viene dal ‘massimo’ rappresentante della istituzione democratica locale. E tanto più non dovrebbe esserci omissione rispetto all'avvenuta violazione delle stesse. Nella Modena democratica dove si proclama la legalità, questo si che non è ammissibile'.
Gi.Ga.
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