Rifiuti, urbanistica, dehors: Muzzarelli contro Mezzetti gioca al 'tanto peggio tanto meglio'
Muzzarelli non parla mai direttamente, evita lo scontro diretto, ma agisce su tavoli diversi, intreccia alleanze trasversali, rinsalda vecchi legami
E in questa battaglia di logoramento Muzzarelli e i suoi uomini fidati (l'assessore Giulio Guerzoni e il capogruppo Pd Diego Lenzini su tutti) usano tutte le armi che, nella suo lunga carriera politica iniziata sui monti fananesi, l'attuale consigliere regionale Pd ha imparato a maneggiare.
Sgambetti a volte palesi, a volte di più difficile interpretazione, sempre nel tentativo di lavorare sull'isolamento del nuovo sindaco.
Muzzarelli non parla mai direttamente, evita lo scontro diretto (cosa che invece Mezzetti ha fatto a viso aperto), ma agisce su tavoli diversi, intreccia alleanze trasversali, rinsalda vecchi legami con fette della città a lui vicine, agisce sui tavoli di quello che resta dell'associazionismo, fa leva sui rapporti stretti con una fetta di informazione locale, insomma muove tutti i fili logori, ma comunque ancora attivi, del Sistema Modena. Perchè è vero che oggi il Sistema di potere che da 80 anni governa la città è meno solido, ma comunque sarebbe sbagliato darlo per moribondo.
Così, mentre Mezzetti nel tentativo di scardinare meccanismi strarodati, non si tira indietro dall'attaccare il suo predecessore sui grandi contenitori ('mi sono stati lasciati appunti scritti a mano sui contenuti' - ha detto), sulla gestione fallimentare dell'immondizia, sulla disattenzione nutrita negli anni rispetto alle politiche culturali, su una visione urbanistica basata troppo sul cemento e poco sulla riqualificazione, Muzzarelli sta in silenzio ma fa parlare gli altri.
Mentre Mezzetti, con una tecnica a volte fin troppo irruente e poco incline alla mediazione, depotenzia platealmente l'assessore del fedelissimo di Muzzarelli, Giulio Guerzoni, l'ex sindaco lavora più in profondità e sfrutta legami e nuove alleanze. A partire da quella con l'eterno rivale Stefano Bonaccini il quale - pur lavorando come sempre su più tavoli - non ha mancato di garantire il proprio appoggio a Muzzarelli, attraverso il fedele assessore Bortolamasi.
Perchè, come detto, Muzzarelli manda segnali su frequenze che controlla, evitando di usare il proprio megafono.
Sulla controrivoluzione sul tema rifiuti l'ex sindaco ha lasciato che a intervenire a gamba tesa fosse il consigliere regionale Vincenzo Paldino, da sempre a lui vicino.
Sul tema dehors ha sfruttato le legittime perplessità dei commercianti e ha agito anche attraverso i canali con il mondo della comunicazione a lui vicino.
Sulla urbanistica il tentativo è quello di delegittimare l'assessore Carla Ferrari per le sue idee a volte drastiche in tema ambientale, facendo leva sulle richieste delle imprese edili.
A quanto si dice nei corridoi di viale Aldo Moro, Muzzarelli ripete che Mezzetti starebbe 'rovinando il gioiello che egli gli ha lasciato in eredità' e che non può lasciarglielo fare. Ma l'impressione per chi osserva da fuori, è che il gioco dell'ex sindaco assomigli di più al meno nobile 'tanto peggio tanto meglio'. Più vanno male le cose per Mezzetti, più si sollevano critiche sul suo tentativo di cambiare rotta rispetto al passato, più Muzzarelli ottiene punti per rivitalizzare l'idea - mai abbandonata - di un suo ritorno in piazza Grande.
Giuseppe Leonelli
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