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Nulla. Nemmeno un fiore, nemmeno un'area, anche piccola, delimitata. Solo per ricordare che lì, in quel punto, poche ore prima, un ragazzo di soli 16 anni è morto, accoltellato da giovani come lui. Tutto come se nulla fosse successo, oggi, in quello spicchio di parco Novi Sad, dove ieri si è consumata la tragedia. Bivacchi di spaccini sempre operativi, anche su quella panchina dove lui ieri sedeva con altri ragazzi, inconsapevole che di li a poco sarebbe arrivata la morte e quel sole già caldo del pomeriggio di primavera si sarebbe spento su di lui, per sempre.
Persone di ogni età camminano oggi in quello stesso punto, come nulla fosse, tra palloncini colorati, la musica ad alto volume, i fumi, gli odori dello street food in corso, che sovrastano tutto, soprattutto le coscienze. Festa del cibo di strada già da ieri sera, a poche ore dal dramma.
A pochi metri da quel punto. Impressionante, desolante. Così come oggi, senza nessuno a fermare il mondo, la città anche solo per un attimo, senza un attimo di solenzio, si stop. Simbolico, ma vero.
Per dire, fermi tutti. Per un minuto, per un'ora, non importa, ma fermiamoci. Anche solo per il tempo di quell'applauso che il sindaco, al vertice di quel sistema dell'accoglienza governato e coordinato dal Comune dal quale quel ragazzo era stato preso in carico, stava contestualmente tributando ad Elly Schlein. Chissà se ha pensato, il sindaco, che quello street food, quel caos, quella musica ad accompagnare quel teatro dell'indifferenza che si stava consumando al Novi Sad, avrebbe potuto fermarlo, almeno un minuto. Poteva farlo e non lo ha fatto. Perchè se un minore straniero non accompagnato, arrivato tre mesi fa, e che la nostra comunità ha preso in carico, a Modena anziché una nuova vita trova la morte, allora abbiamo perso tutto.
E non c'è politica che regga.
Perché se ci abituiamo a non consierare questo, a rimuovere questo, come un inciampo nel week end dello street foof e della Schlein, come se nulla fosse successo, perché il fine settimane va vissuto, allora che cosa rimane? Che esempio diamo ai ragazzi, ai nostri figli? Cosa siamo se non ci fermiamo davanti alla morte di un ragazzo accoltellato al parco, in pieno giorno, nella nostra 'accogliente' città, e non riflettiamo insieme su quanto è successo? Un ragazzo è morto, aveva solo sedici anni! Ed è morto senza avere vicino a lui nessuno. Né mamma, né papà, perché qui è arrivato solo e quella Modena che lo ha accolto, che se ne è fatta moralmente ed istituzionalmente carico, come dovrebbe fare un buon padre, doveva non solo sostenerlo ma garantirne la sicurezza e oggi, come ieri, non può lasciarlo solo.
Sarebbe stato giusto ricordarlo, oggi, con un gesto comune e condiviso. Tante persone si sono stupite non sia successo. Per un attimo, un attimo solo. Stupite che questo non sia arrivato dal primo cittadino. Per fermarsi e pensare a lui. Non al fatto di cronaca, non ai controlli, non alla gara delle note stampa politiche e a quelle istituzionali dove, soprattutto in queste ultime, dobbiamo dirlo, l'umanità è sembrata vaporizzarsi, quesi cancellata, quasi nella fretta di volere fissare e derubricare questo fatto socialmente ed istituzionalmente devastante e scomodo a mero fatto di cronaca al quale fornire una risposta solo in termini di maggiori controlli e di ordine pubblico. E' morto un ragazzo, di 16 anni, accoltellato. Ce ne vogliamo rendere conto e ricordarlo insieme? O no? Perché non solo poteva essere nostro figlio, ma era ed è figlio di tutti.
Gi.Ga.