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Voto a Modena, il centrodestra non può fare a meno di Giacobazzi

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Giacobazzi ha avuto l'ardire di svelare il trucco. Con una mossa che di politico non ha nulla ha mostrato che il re è nudo. Negrini può farne tesoro


Voto a Modena, il centrodestra non può fare a meno di Giacobazzi
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Fare finta che il problema non esista è il modo migliore per farlo lievitare. Funziona così nella vita e funziona così in politica. Il centrodestra modenese, complice il ritardo con cui i vertici provinciali di Fdi hanno individuato la candidatura a sindaco di Luca Negrini, deve fare i conti con un problema reale. Lo strappo di Piergiulio Giacobazzi, nonostante il tentativo di minimizzarlo sabato da parte del coordinatore regionale Valentina Castaldini, è e resta un problema non solo per Forza Italia ma, prima di tutto, per la forza del candidato sindaco unitario.
Pensare di poter fare a meno in campagna elettorale del coordinatore provinciale del secondo partito della coalizione (oggi a Modena Forza Italia è decisamente davanti alla Lega anche in termini di organizzazione), sarebbe quantomeno avventato.

Giacobazzi è il volto di Forza Italia a Modena, consigliere comunale, più volte candidato in Parlamento, rappresenta il legame del centrodestra con il suo elettorato moderato, quello lontano dalle strette di mano vigorose che fasciano l'avambraccio e distante da fiamme e fiammelle.

Per questo lo stesso Luca Negrini, che a differenza dei leader locali del suo partito viene da un mondo civico, sa perfettamente che Giacobazzi è una figura essenziale per dare smalto alla campagna elettorale, per provare a renderla non solo una bella partecipazione e per provare anche a costruire il tassello modenese per la vittoria del centrodestra alle Regionali del prossimo anno, alla quale Galeazzo Bignami sta lavorando sì, senza tanti tentennamenti, da tempo.
Come fare dunque per ricucire la frattura creatasi? Come in ogni tipo di lesione occorre partire dalla sua genesi, dai motivi che l'hanno provocata.

Una genesi che nasce da un accordo passato sopra le teste di Negrini stesso e di Giacobazzi. Un accordo che ha visto Forza Italia e Fratelli d'Italia accordarsi per una candidatura a Reggio (quella di Giovanni Tarquini) che evidentemente al di là delle dichiarazioni ufficiali e del balletto su Bibbiano, andava bene a entrambi, lasciando sullo scacchiere Modena, ritenendo che a Modena le chance di successo fossero minori e, dunque, da designare a cascata rispetto a Reggio. 
Una strategia politica frutto della colpevole assenza di un progetto modenese nato per tempo e che poco o nulla ha a che vedere col bene comune e con l'esigenza di regalare ai cittadini un'alternanza che manca da 80 anni. Insomma, il tema che ha tenuto banco per settimane non era la scelta tra Giacobazzi e Negrini, ma disporre le caselle al posto giusto. Questo non significa a posteriori che l'uno meritasse più dell'altro o viceversa, ma semplicemente che i criteri di valutazione per la scelta sono stati altri.

Giacobazzi ha avuto l'ardire di svelare il trucco. Con una mossa che di politico non ha nulla ha mostrato che il re è nudo, puntando il dito non contro Negrini, ma contro il suo stesso partito e contro le solite logiche spartitorie. Una mossa apparentemente incomprensibile quella di Giacobazzi, che non rispetta le regole della politica, ma meritoria proprio perchè ne scardina le incrostazioni. Una mossa, nata certamente dalla delusione personale, ma al limite dell'autolesionismo, perchè il leader modenese di Forza Italia ha denunciato quello che è accaduto senza paracaduti e senza chiedere contropartite, dando comunque la propria disponibilità a candidarsi per il suo partito e rinunciando alle tante sirene di altri movimenti (in primis Azione). Giacobazzi per una volta ha giocato a un altro gioco.
Ora a Negrini il compito di fare tesoro di questa sorta di epifania politica, di questo mostrare le carte per quello che sono, senza i lustrini e paiettes della retorica e del 'vogliamoci bene' dei sepolcri imbiancati. Un compito difficile, ma essenziale. Valorizzare chi ha avuto il coraggio di smascherare il gioco finto della politica, per provare a dare valore alla Politica stessa.

Forza Italia ha già, ovviamente, fatto ponti d'oro a Giacobazzi rinnovandogli la fiducia come coordinatore provinciale e chiedendo di ritirare le dimissioni: del resto a tre mesi dal voto alle Europee trovarsi senza il presidente modenese peraltro neo eletto sarebbe un problema, soprattutto se i vertici regionali hanno agito, preferendo Reggio a Modena, senza l'ok del presidente Antonio Tajani.

Adesso sta a Negrini coinvolgere Giacobazzi pienamente nella campagna elettorale, non solo a parole, promettendo cariche aleatorie da vicesindaco, ma coi fatti, mostrando ancora una volta ai leader di Fdi che lo hanno scelto, che il provare a scardinare il Sistema Pd non è il solito tentativo di facciata.
Negrini e Giocabazzi insieme possono dimostrare - nonostante i soli tre mesi di tempo che sono rimasti - che si può costruire qualcosa di inaspettato. Che l'alternativa al monolite Pd non è Fdi, ma è l'intero mondo che il centrosinistra ha umiliato per preservare se stesso. In particolare il candidato sindaco può dimostrare un'autonomia vera, può raccogliere - proprio come ha fatto Daniela Dondi facendo la storia e vincendo il seggio a Modena - applausi in quanto imprenditore 33enne e non in quanto semplice volto del partito che non rinuncia alla fiamma, volto come tanti, sovrapponibile a tanti. A dispetto di chi lo ha individuato per la solita onorevole sconfitta. 
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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