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'L’apertura del “maxi processo” per i fatti accaduti nel 2019 a danno di Italpizza, conferma la tesi sempre sostenuta dall’azienda di essere parte lesa, vittima di soggetti estranei al sito produttivo, i quali, hanno cagionato ingenti danni alla società e al territorio'. Così in una nota Italpizza commenta la chiusura indagine e i 67 indagati per i fatti del novembre 2018 con gli scontri fuori dalla azienda.
I fatti del novembre-dicembre 2018
L'irruzione del SiCobas negli uffici di ItalPizza a fine 2018
'Sui media traspare che sia in atto un processo di repressione antisindacale “contro 120 lavoratori in lotta di Italpizza”. E’ bene precisare che non si tratta di un processo sindacale o a dei lavoratori, ma bensì contro reati comuni.
A conferma che l’azienda era sotto attacco da parte di forze esterne, è bene evidenziare che dei 120 indagati, al momento risultano essere lavoratori del sito Italpizza una esigua minoranza, poco più di una ventina (su 1.000 addetti)'.
La contromanifestazione degli operai. Era il gennaio 2019
'Tra l’altro, di questi, nessuno è rappresentante sindacale (RSA). Va aggiunto che Italpizza e le società appaltatrici non hanno mai presentato alcuna denuncia o provvedimento disciplinare nei confronti dei lavoratori oggi indagati, tantomeno per la loro partecipazione agli “scioperi” - diritto inviolabile sancito dall’art. 40 della Costituzione -, ritenendo questi lavoratori, pur nelle individuali responsabilità, vittime anch’essi di uno strumentale disegno più grande di loro - continua l'azienda -. Italpizza, sempre aperta al dialogo con le controparti che si riconoscono nella legalità, rivendica di aver operato nel rispetto della legislazione vigente e di essere riuscita a resistere a questa paradossale situazione, grazie alla fiducia riposta verso le Istituzioni.
Ora Italpizza guarda al futuro con maggiore speranza affinché si possa il prima possibile arrivare a fare luce su quanto accaduto in quei momenti così difficili'.
Redazione Pressa
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