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Manifestazione non autorizzata, resistenza, lesioni, invasioni di edificio, minacce, violenza privata. Sono alcuni dei reati contestati ai 67 manifestanti che hanno preso parte, da novembre 2018 ad aprile dello scorso anno ai numerosi picchetti organizzati dagli aderenti al Si Cobas davanti all’azienda Italpizza. Contestazioni che potrebbero portare al più grande processo nei confronti di operai e manifestanti nella storia di Modena. 'Si tratta di un segnale di repressione antisindacale che non ha precedenti negli anni recenti nella nostra provincia' - incalza Modena Volta Pagina. 'Un ribaltamento della realtà in cui chi ha sfruttato, ha forzato gli accordi contrattuali e fatto impresa utilizzando metodi molto discutibili viene gratificato socialmente, mentre chi è stato vittima di queste azioni viene punito con una reazione eccessiva.
Abbiamo appoggiato la lotta degli operai Italpizza, così come quella della Castelfrigo e le altre di cui il settore alimentare é stato protagonista.
Seguiremo con attenzione questo processo senza far mancare il nostro supporto ai lavoratori' - conclude Modena Volta Pagina che punta il dito contro i decreti Salvini (ancora in vigore). 'Provvedimenti che hanno rimarcato la tendenza in atto da tempo a trasformare ogni dura lotta sindacale in un potenziale atto criminale. Le controversie fra aziende e lavoratori non si risolvono nei tribunali, ma si affrontano alla luce del sole utilizzando i tavoli istituzionali'.
Non risparmia toni accesi la presa di posizione dei Si-Cobas: 'La realtà viene ribaltata, i criminali non sono i padroni che rifiutano di applicare i contratti nazionali, che negano ogni diritto sindacale, che puniscono le operaie mandandole a spalare la neve sui tetti ghiacciati. Per la Procura i criminali sono le stesse operaie che reclamano i propri diritti'
'Le carte processuali - afferma la segretaria Si-Cobas - parlano di inesistenti violenze contro le forze dell'ordine, mentre vengono cancellate le uniche violenze che ci sono realmente state: quelle della polizia davanti ai cancelli, con pestaggi, arresti arbitrari, piogge di gas CS, denunce
imbastite su false accuse. È chiaro l'intento politico di questa operazione: criminalizzare il diritto allo sciopero, colpendo con accuse pesantissime lavoratori e sindacalisti scomodi'
Redazione Pressa
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