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Anziani e patente, ripensare le regole

Anziani e patente, ripensare le regole

Gli strumenti già ci sono; basta solo che i medici deputati alle visite per il rinnovo, li utilizzino


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In un’estate in cui, salvo le guerre, succede poco o nulla, alcuni giornali, a seguito di alcuni incidenti, si sono occupati del problema degli anziani alla guida.
Ho trattato il problema della patente agli anziani, su La Pressa, il 20 ottobre 2017, scrivendo quanto segue: 'Anziani alla giunta: patente sì o patente no'.
'Incomincio con questo argomento che mi ha coinvolto personalmente quando, quest’estate sono andato a recuperare l’automobile di un novantenne (a cui avevano rinnovato da poco la patente) che si era perso in una città. Cosa fare quando le persone incominciano a perdere attenzione e, a volte, anche lucidità? Dare ancora la patente o toglierla del tutto, in una società che è ormai fatta su misura dell’automobile? A darla, si rischia di mettere in pericolo tante persone; a toglierla, si pregiudica gravemente l’autonomia della persona. Non tutti lo sanno, ma sono previste possibili limitazioni a seconda della condizioni oggettive di salute e di capacità cognitiva, con l’ipotesi di divieto di percorrere le autostrade, di viaggiare di notte, di portare passeggeri, oppure con obbligo di percorso limitato o di limitata velocità di guida. Quante di queste limitazioni vengono imposte al momento del rinnovo?
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Eppure costituirebbero una buona soluzione per non privare gli anziani dell’uso dell’auto e, al contrario, per non metterli in strada con pericolo per sé e per gli altri'.
Resto, quindi, veramente stupito nel leggere l’attuale dibattito. Da una parte, il PD (così si legge sulla stampa), come a volte capita, in prima linea nel penalizzare i cittadini, dimostrando sempre più la siderale distanza sua (ma in ottima compagnia) dai bisogni della gente. Infatti, il capogruppo del Pd in Commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, avrebbe annunciato una proposta di legge in arrivo per introdurre l'obbligo di “un esame teorico e pratico per il rinnovo della patente al raggiungimento degli 80 anni”. Si tratta di una misura contenuta in un emendamento alla riforma del codice della strada, già respinto dalla maggioranza. Siamo sinceri ed onesti: quanti ultra quarantenni/cinquantenni/sessantenni/settantenni, sarebbero in grado di sostenere un nuovo esame teorico di guida? Probabilmente, molto pochi! E’ una proposta irrealistica che, d’un tratto, appiederebbe una moltitudine di persone.
Più ragionevole, la proposta di Salvini (non dite che sono un leghista, per questo), di assicurare una visita medica più approfondita. Tra le due, potrebbe esserci ancora una proposta intermedia: un corso di aggiornamento sulle novità del CdS ed, eventualmente, una prova di guida.
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Comunque, come ho scritto ben otto anni fa, gli strumenti già ci sono; basta solo che i medici deputati alle visite per il rinnovo, li utilizzino.
Franco Fondriest
Foto Italpress
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