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Giorni difficili quelli degli esami: specie per i politici. Sulla sua pagina Facebook il segretario della Lega Emilia si lamenta del trappolone degli inviati di Rete 4, che l’hanno colto in fallo sulla non-conoscenza dell’autore di “Soldati - Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Sempre su Facebook, il Presidente uscente del Consiglio Comunale di Carpi, alla ricerca di qualcosa di alternativo da fare nei giovedì senza consesso, chiede consiglio agli amici su “un bel libro”, ricevendo una cinquantina di suggerimenti. Ma il libro giusto crede di proporlo, sempre su Facebook, il segretario nazionale dei giovani di Forza Italia, che esortando i giovani a “essere liberi nella scuola dominata dalle sinistre”, promuove “Storia della cultura di destra” del 27enne Francesco Giubilei.
Il solito complesso di inferiorità culturale delle destre e il solito complesso di superiorità culturale delle sinistre.
Il primo, va detto, rafforzato dagli svariati commenti “con l’a senz’acca” che infestano le bacheche leghiste, e dalla sospensione della prof che avrebbe lasciato i suoi studenti parlar male di Salvini. Il secondo solo in parte sminuito dal sospetto che tanti promoter di libri si siano ispirati, senza leggerlo, a “Come parlare di un libro senza averlo mai averlo letto” di Pierre Bayard. E da qualche “o senz’acca” che ci scappa pure fra loro.
Chi avrà ragione? Per darci una risposta possiamo analizzare i piazzamenti ottenuti dalle nostre università nella classifica mondiale uscita in questi giorni. L’Italia, che per la sua storia dovrebbe essere capitale mondiale della cultura, in realtà si deve accontentare di un Politecnico “fra le prime 150 università al mondo”, descrizione da Istituto Luce del 149esimo posto raggiunto. Perché evidentemente la cultura mondiale va in un’altra direzione, rispetto al nozionismo e alla lettura di decine di libri.
La migliore cultura mondiale va nella direzione della preparazione alla creatività, non della conoscenza fine a sé stessa. Nelle scuole più evolute si insegna a imitare i maestri per poi superarli, non a parafrasarli. Senza imbottire gli allievi di troppi preconcetti e abituandoli a fare con la propria testa. E in questo siamo più vicini alla cultura contadina, e poi artigiana, che ha da sempre caratterizzato le nostre zone: quella che si tramandava le tradizioni ma che incentivava le sperimentazioni e la creazione di nuove eccellenze. Mentre oggi, nel prevalere della filosofia di piazza e della cultura da Facebook, guadagniamo in informazione e pseudo conoscenza, ma perdiamo posizioni sia fra gli atenei che nell’economia reale.
Magath
Magath Felix
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul dirett..
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