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Aids: nuovi casi in calo anche a Modena, ma ancora troppe diagnosi tardive

Aids: nuovi casi in calo anche a Modena, ma ancora troppe diagnosi tardive

Nonostante la diffusione delle campagna di sensibilizzazione, oltre il 50% dei casi vengono evidenziati a infezione avanzata, soprattutto tra maschi etero dai 50 ai 60 anni. Una profilassi preventiva riduce il rischio in soggetti esposti


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In Emilia-Romagna negli ultimi 19 anni, tra il 2006 e il 2024, le nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti sono diminuite di circa il 46,5%, passando da 368 a 197.
Un risultato frutto del lavoro fatto sul fronte delle attività di informazione e sensibilizzazione e delle campagne informative lanciate in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, che si celebra lunedì 1^ dicembre.


Il problema della diagnosi tardiva

Resta ancora elevata, il 53% nel 2024, la percentuale di coloro che giungono a una diagnosi di infezione da virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus o Hiv) in maniera tardiva. Persone, cioè, diagnosticate positive con già la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) o con un numero di linfociti CD4 - i globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria dell’organismo - basso, inferiore a 350 cellule/mm (una persona sana ha un numero medio di CD4 che oscilla tra i 500 e i 1.200).

L’Hiv in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna nel 2024, come evidenziano i dati forniti dal Settore prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione, sono state registrate 197 nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti, con un’incidenza pari a 4,4 casi ogni 100mila abitanti. Un numero più basso rispetto alle 221 del 2023.
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L’incidenza si mantiene più alta tra gli uomini (6,4 rispetto al 2,5 delle donne).
Dal 2006 al 2024 l’incidenza media è risultata pari a 6,6 casi per 100.000 abitanti: si conferma, dunque, il trend in calo in entrambi i sessi, anche se più marcato in quello maschile. In questi 19 anni le diagnosi di Hiv sono diminuite di circa il 46,5%.
Nell’intero periodo considerato, le persone positive all’Hiv diagnosticate sono prevalentemente di sesso maschile (74%), nella fascia di età 30-39 anni (30%) e di nazionalità italiana (67%). La modalità di trasmissione principale risulta essere, nell’87% dei casi, quella sessuale (51% eterosessuale e 36% omo-bisessuale); si registrano valori pressoché identici per il 2024 (52% eterosessuale e 37% omo-bisessuale). In quasi un quinto dei casi (18%) di sesso femminile, la positività all’Hiv è stata scoperta in corso di gravidanza; in genere si tratta di donne straniere (84%).
L’incidenza per classi di età mostra come le più colpite siano quelle tra i 20 e 49 anni: il fenomeno è appena rilevabile per i giovani sotto i 20 anni e di minor impatto negli ultracinquantenni.
Le persone straniere con diagnosi di infezione da Hiv rappresentano un terzo (33%) del totale: sono sensibilmente più giovani rispetto agli italiani e prevalentemente di sesso femminile; l’incidenza degli stranieri presenta un andamento costantemente più alto rispetto a quello degli italiani, anche se la differenza si è ridotta nel tempo.


L'Hiv a Modena e nelle province della Regione

Nel 2024 le nuove diagnosi di Hiv sono state 37 a Modena (incidenza di 5,2 casi ogni 100mila abitanti); 25 in provincia di Bologna (con un’incidenza di 2,4); 19 a Reggio Emilia (3,6); 19 a Ravenna (4,9); 30 in provincia di Parma (6,5 casi); 17 a Rimini (5,0); 17 a Ferrara (5,0); 17 nella provincia di Forlì-Cesena (4,3) e 16 a Piacenza (5,6). Bologna è la provincia dove il numero delle nuove diagnosi si è dimezzato rispetto all’anno precedente. Considerando il periodo 2006-2024, le province con una maggiore incidenza sono Rimini (8,5 casi ogni 100mila abitanti, con 532 nuove diagnosi complessive in 19 anni) e Parma (8,4, con 708 nuove diagnosi); a seguire Ravenna (7,3 con 535 casi); Forlì-Cesena (6,7 con 496 casi); Reggio Emilia (6,1 per 612 diagnosi); Bologna (6,3 casi ogni 100mila abitanti, per un totale di 1.204 nuove diagnosi); Modena (5,9 per 782 diagnosi complessive); Piacenza (5,8 con 315 casi di infezione complessivi); Ferrara (5,6 con 376 casi in 19 anni)

Il problema delle diagnosi tardive

Resta ancora elevata, il 53% nel 2024, la percentuale di coloro che giungono a una diagnosi di infezione da virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus o Hiv) in maniera tardiva.
Persone, cioè, diagnosticate positive con già la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) o con un numero di linfociti CD4 - i globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria dell’organismo - basso, inferiore a 350 cellule/mm (una persona sana ha un numero medio di CD4 che oscilla tra i 500 e i 1.200).
In questo ambito sono soprattutto maschi eterosessuali dai 50 ai 60 anni coloro per una diffusa inconsapevolezza, mentre l'età si abbassa nella popolazione omosessuale

La PrEP - Profilassi Pre Esposizione

Nei primi dieci mesi del 2025 in Emilia-Romagna sono state erogate 10.535 confezioni (per una spesa di circa 275mila euro) per la PrEP - Profilassi Pre Esposizione, la terapia farmacologica erogata gratuitamente dal Sistema sanitario nazionale dal 2023 su prescrizione dei medici infettivologi nei Centri PrEP attivi in ogni provincia. Complessivamente si stima (visto che i dati delle persone in PrEP sono anonimi) che le persone in carico siano circa 3.600.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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