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Maschi, etero, 50enni: le diagnosi tardive di infezione HIV riguardano soprattutto loro

Maschi, etero, 50enni: le diagnosi tardive di infezione HIV riguardano soprattutto loro
Maschi, etero, 50enni: le diagnosi tardive di infezione HIV riguardano soprattutto loro

Parla Marianna Menozzi infettivologo AOU di Modena. Sulla consapevolezza del rischio ancora tanto da fare

Parla Marianna Menozzi infettivologo AOU di Modena. Sulla consapevolezza del rischio ancora tanto da fare


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Resta ancora elevata, il 53% nel 2024, la percentuale di coloro che giungono a una diagnosi di infezione da virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus o Hiv) in maniera tardiva. Persone, cioè, diagnosticate positive con già la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) o con un numero di linfociti CD4 - i globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria dell’organismo - basso, inferiore a 350 cellule/mm (una persona sana ha un numero medio di CD4 che oscilla tra i 500 e i 1.200).
In questo ambito sono soprattutto maschi eterosessuali dai 50 ai 60 anni coloro per una diffusa inconsapevolezza, mentre l'età si abbassa nella popolazione omosessuale
Sono alcuni degli aspetti emersi dalle dichiarazioni di Marianna Menozzi, infettivologa dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena in occasione della giornata internazionale contro l'Aids

 

 

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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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