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Il consigliere regionale di Rete Civica e ricandidato alle elezioni di metà novembre, Marco Mastacchi, è una delle colonne della coalizione che sostiene la candidata di centrodestra alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Il profilo civico su cui Elena Ugolini ha puntato è infatti rappresentato proprio dalla formazione civica che da cinque anni siede sui banchi della Assemblea regionale. Tanto è vero che il nome 'Rete civica' appare nel simbolo della lista della candidata presidente.
Nella legislatura regionale appena passata, lei è stato l’unico civico eletto. Quali sono state le difficoltà maggiori di questa esperienza?
'Da civico e con dieci anni di esperienza da sindaco ho affrontato il mio impegno con lo spirito di un amministratore, non combattendo contro nessuno, ma cercando di confrontarmi e operare con concretezza per risolvere i problemi dei cittadini.
Mi ha sconcertato fin da subito il confronto con l’invadenza dell’approccio partitico e ideologico che condizionava i rapporti tra maggioranza e opposizione e che non consentiva, almeno a mio parere, di poter prendere decisioni che fossero a beneficio esclusivo delle persone. Si può non condividere sempre le idee, ma la cosa fondamentale che deve esserci sempre è la volontà di migliorare la vita delle persone. Io sono stato sindaco e ho amministrato un Comune composto da tante frazioni, che significano tante piccole comunità con le loro esigenze di servizi e di identità. La Regione risponde a questa stessa descrizione ma su un territorio più vasto e con temi ed esigenze da affrontare molto diversi, dall’appennino alle città e fino al mare. Questo per gli amministratori rappresenta una ricchezza ma anche altrettante difficoltà a fornire risposte puntuali (e questo è vero per un piccolo Comune così come per una regione o uno stato).
Fare opposizione in questo contesto significa saper trovare il giusto equilibrio nel dare seguito alle tante lamentele che arrivano dal territorio, senza cadere nel tranello di essere banalmente solo quelli che parlano di buche nelle strade o di rifiuti fuori dai cassonetti. È fondamentale continuare anche ad avere una visione di comunità e a guardare al futuro del territorio tutto, affinché non smetta di essere vivibile e di migliorare'.
I risultati di cui va maggiormente fiero?
'Ho cercato di accogliere e supportare, per quanto possibile, ogni istanza ricevuta. Dal 2020 a oggi abbiamo prodotto più di 450 atti, tra interrogazioni, question time, risoluzioni, interpellanze e ordini del giorno e 8 progetti di legge. Considerato che fino a poco tempo fa sono stato da solo, una media di 110 atti all’anno li ritengo un ottimo risultato. In molti casi si è avuta una soluzione molto concreta per i cittadini che mi hanno sottoposto il problema, in altri si è sollevato il problema e si è arrivati all’impegno formale della Giunta. Sono sempre molto soddisfatto quando si arriva a soluzioni concrete dei problemi, mi conforta e mi dà motivazione'.
Cosa le è dispiaciuto non riuscire a fare?
'All’inizio del mio insediamento c’è stata l’approvazione del Piano Territoriale Metropolitano. Ricordo bene di aver lavorato molto su questo tema per tentare di disinnescare un provvedimento che sapevo con certezza avrebbe penalizzato le aree dell’appennino. Ricordo bene anche di aver organizzato in merito, qui in Regione, un’audizione dei rappresentanti dei vari settori coinvolti: Associazioni agricole, ordini... per tentare di evidenziare ai decisori politici della Città Metropolitana che questa pianificazione era inopportuna e avrebbe impedito lo sviluppo soprattutto delle aree marginali del territorio, ma purtroppo il gioco politico delle parti ha prevalso e oggi ci troviamo con una pianificazione approvata, che ha tutti i limiti e le relative conseguenze negative di cui sopra.
Un altro tema di cui ho sempre parlato e sul quale ho cercato in ogni modo di focalizzare l’attenzione della maggioranza è stato quello della necessità di concretezza rispetto ai tanti documenti approvati (patto per il lavoro e il clima ecc.). Così anche per il tema della manutenzione del territorio, uno delle mie “fisse”. Ricordo ancora i sorrisetti “sarcastici” quando negli anni scorsi intervenivo in aula o in commissione per chiedere una maggiore attenzione alle manutenzioni del territorio, dei rii, dei torrenti, delle strade, ecc. – e lo testimoniano gli innumerevoli atti presentati. Ora è una magra consolazione sapere che se fossi stato ascoltato i danni dell’alluvione sarebbero stati molto probabilmente minori. Magra consolazione appunto'.
In che misura pensa che le persone che si sono rivolte a Lei per avere soluzioni o risposte ai loro problemi siano rimaste soddisfatte?
'Sicuramente il riconoscimento e gli attestati di stima e soddisfazione degli oltre 400 contatti che mi hanno segnalato problematiche di competenza regionale per i quali ho fatto gli atti in assemblea. Ma la cosa di cui vado fiero è che tutti mi hanno espresso la loro gratitudine per essergli stato vicino e per aver loro risposto anche quando le risposte non erano soddisfacenti. In tanti mi hanno espresso la loro gratitudine anche solo per averli ascoltati. La capacità di ascolto e di risposta spesso manca ai “politici di professione” e credo invece sia un atto dovuto nei confronti dei cittadini e quello che maggiormente mi viene riconosciuto e apprezzato dalle persone'.
Le ragioni a motivo di un voto a Marco Mastacchi.
'L’amore per il mio territorio, per la mia Regione, in questi quattro anni ha potuto tradursi in azioni concrete per supportarlo e per migliorare la vita dei suoi cittadini. Rispetto a quando ero sindaco sono cambiati gli strumenti. Da sindaco avevo maggiori possibilità operative ma non tutte le competenze necessarie erano del Comune. In Regione ho potuto incidere a monte su queste competenze, intervenendo a livello più alto. Nel corso di questa Legislatura è stato fatto un lavoro importante e poterlo continuare può portare a risultati maggiori'.
Si aspettava una attenzione maggiore da parte del candidato presidente Ugolini alla esperienza maturata da Rete Civica?
'Sinceramente sì. Pur condividendo al 100% l’impostazione e i temi che la nostra candidata sta portando avanti, credo che una maggiore valorizzazione del lavoro svolto in questi anni avrebbe sicuramente dato risultati migliori, si sarebbero sommati i risultati ottenuti da Rete Civica nei cinque anni passati alle proposte che la candidata Ugolini sta facendo in campagne elettorale. Così invece siamo costretti a spiegare a chi ci ha seguito fino ad oggi che ci sarà continuità, di fatto un lavoro doppio'.
I partiti quanto hanno pesato nelle scelte sulle liste e in campagna elettorale della Ugolini? Quanto questo ha depotenziato il profilo civico?
'I partiti sono gli “azionisti di maggioranza” della coalizione ed è inevitabile che condizionino le scelte a loro favore. Favorire troppo la parte civica significherebbe in qualche misura abdicare al loro ruolo. C’è poi il tema degli equilibri dei risultati fra di loro che, inevitabilmente, condiziona scelte e comportamenti sia dei partiti che dei singoli candidati. Un maggiore spazio ai civici avrebbe sicuramente consentito di allargare la base di consenso dando maggiori chance di un risultato migliore'.
I sondaggi premiano De Pascale con uno scarto superiore al 10%. Crede che la partita sia ancora aperta?
'Credo che i sondaggi siano fatti ad immagine e somiglianza della politica classica di partito dove le liste civiche, di norma, sono strumenti di facciata dei partiti per tentare di imbrogliare gli elettori che non vogliono votare i loro simboli (Civici per De Pascale docet), mentre invece Rete Civica è un vero progetto civico che può attingere al di fuori della piattaforma classica della politica. Credo che se un numero sufficiente di elettori, che di norma non votano a causa della disaffezione alla politica, si renderanno conto che Rete Civica Ugolini Presidente è un vero progetto che si muove al di fuori di questi confini, ci potranno essere delle sorprese. I giorni che mancano per arrivare al 17 e 18 novembre serviranno proprio per far passare questo messaggio'.
Quali differenze ci sono tra la sua candidatura di cinque anni fa e quella di oggi?
'La differenza più sostanziale è che la candidata della lista civica di cinque anni fa era di fatto una persona “prestata” dalla Lega e quindi non era riconosciuta come civica, fatto che rendeva meno credibile anche la lista. Quello di quest’anno invece è un progetto civico vero (al contrario appunto di quello di De Pascale) che poggia le sue basi sul lavoro fatto in questi cinque anni e con una candidata civica vera. Credo che questo sia chiaro e che possa dare una bella iniezione di fiducia agli elettori indecisi, che, come sappiamo sono davvero tanti'.
Giuseppe Leonelli