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Dopo l'apertura sul fine vita da parte del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ora tocca al Parlamento 'fare il passo vero'. E al centrosinistra mettere nel programma elettorale l'intenzione di approvare una legge che regoli le ultime volontà, in maniera 'avanzata e coraggiosa'. A sollecitarlo ancora una volta è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, commentando l'intervista rilasciata da Zuppi a 'Vanity Fair'. Intervista in cui il cardinale afferma che celebrerebbe il funerale di chi sceglie il suicidio assistito. 'Devo però chiarire un punto - ci tiene a precisare il presidente della Cei - la Chiesa non ammette l'eutanasia, ma chiede l'applicazione delle cure palliative. Si resta fino all'ultimo accanto all'amato, facendo di tutto per togliere la sofferenza del corpo e dello spirito, quindi senza alcun accanimento, ma difendendo sempre la dignità della persona.
La complessità richiede intelligenza, misericordia e amore per capire le vicende della vita'. Per Lepore, però, tanto basta. 'Il cardinale Zuppi il suo passo l'ha fatto, anche se la Chiesa rimane contraria - afferma il sindaco di Bologna - ma il passo vero lo deve fare il Parlamento italiano. Mi aspetto che una politica laica e progressista proponga nel proprio programma l'approvazione di una legge sul fine vita avanzata e coraggiosa.
I cittadini non hanno potuto votare al Referendum perché bocciato dalla Consulta, ma sentono questo tema come prioritario. Umanità e diritti'. Nella stessa intervista a 'Vanity Fair', Zuppi parla anche dell'apertura nei confronti della comunità Lgbtqi+ e del ddl Zan.
'La mia non è una posizione diversa da quella della Chiesa - assicura il presidente Cei - che è quella dell'accompagnare e dell'accogliere già indicata da Benedetto XVI, e che ha ribadito Papa Francesco più esplicitamente'. L'accoglienza, continua l'arcivescovo di Bologna, 'non ha una scadenza o un tempo, finché righi dritto. Se sei figlio, sei figlio. Se sei fratello, sei fratello, questa è sempre casa tua. Poi posso non essere d'accordo, posso essere per niente d'accordo'. All'interno della Chiesa, continua Zuppi, 'del ddl Zan si è discusso moltissimo. Per esempio: la maternità surrogata è un problema? Sì, è un problema. Ma se mi chiedi di fare un battesimo a un bambino nato così, ti rispondo: certo! Lo faccio. L'ho fatto'.
Redazione Pressa
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