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'Abbiamo letto con stupore, ma poi neanche tanto, delle parole usate da Paolo Calvano, segretario regionale Pd e dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini. Paolo Calvano e Stefano Bonaccini, con uno sforzo di immaginazione e ricorrendo alla trita e ritrita iconografia aviopolitica dei “gufi” tanto cara al loro leader in disgrazia con gli italiani, attribuiscono ad Articolo UNO-MDP desideri incomprensibili ribadendo il mantra, falso e anzi con evidenze contrarie, che o si sta col PD o si sta con Grillo e Salvini: il tutto alla inaugurazione di una festa di partito animata anche da una residua parte di compagne e compagni che per noi, al netto dei dissensi politici, rimane un santuario della partecipazione e della democrazia e alla quale guardiamo con rispetto'. Così i bersaniani replicano a Bonaccini che ieri aveva attaccatto proprio l'Mdp dicendo che 'pensare di governare senza il Pd è da irresposnabili'.
“Capiamo le esigenze di galvanizzare i propri militanti con attacchi e insulti agli altri, specie se li si ritiene con supponenza e tristezza di formula “compagni che sbagliano”, ma al segretario Calvano e al presidente Bonaccini consiglieremmo una maggiore applicazione di studio e analisi sul voto in Emilia-Romagna (a partire dal flop di affluenza delle regionali del 2014 sino alle recenti amministrative con le debacle di Piacenza, Vignola, Budrio etc etc). Se si fosse studiato con maggiore attenzione forse una qualche idea sulla necessità di aprire il confronto con la sinistra oltre il Pd sarebbe arrivata perché proprio lì c’è il dato politico di maggiore rilevanza, che spiega le sconfitte: la disaffezione e l’abbandono del popolo della sinistra che si rifugia nell’astensione è la vera scissione.
Un popolo, che in minima parte è confluito nei 5 stelle e che comunque non vota il Pd, o per meglio dire “PdR” o “Partito della Nazione”, che ha già chiuso accordi politici e alleanze con Alfano e Castiglione – ribatte Paolo Trande, cordinatore provinciale Articolo1- Forse è proprio la miopia politica e l’assenza dello studio dei movimenti politici e sociali nell’elettorato che spinge il Pd modenese e regionale a non dare vita a confronti politici con la sinistra fuori dal Pd mentre a Bologna invitano Casini e Galletti. E’ una loro scelta, che rispettiamo, ma che dimostra come l’opzione neocentrista sia quella oggi prevalente nel Pd. Ad entrambi vorremmo dire poche e semplici cose. Non abbiamo mai sperato che la Festa de l’Unità, anche se “l’Unità” non esiste più perché assassinata da Renzi, non si celebrasse; Grillo, Salvini e la destra in generale hanno vinto tutte le elezioni dalle elezioni europee del 2014 - drogate dagli '80 euro' e dalla bassa affluenza - già molto prima della fuoriuscita formale di molti di noi dal Pd. Ma, soprattutto, vorremmo sottolineare che continuare a proporre lo schema “o il Pd o il populismo” appare poco credibile viste le politiche e le prese di posizione fortemente intrise di demagogia e populismo vieppiù assunte dal Pd, dal “meno tasse per tutti”, alle politiche delle mance elettorali sotto forma di bonus e per finire “all’aiutiamoli a casa loro” con il forte attacco alle ONG sulla scia dei proclami della destra politica e mediatica'.
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>