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Casse espansione Secchia, al via i lavori sugli argini: corsa contro il tempo
La Pressa
In ritardo di mesi rispetto a quanto previsto dalla Regione e sulle ceneri degli alberi abbattuti per sbaglio, aperto il cantiere per l'innalzamento degli argini. Il 2 dei 4 lotti previsti, di cui 3 al palo. Sicurezza ancora lontana

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I tempi stretti, entro il 2026, per l'esecuzione delle opere legate e vincolate ai fondi PNRR, hanno spinto, seppur già in ritardo rispetto alla time-line definita dalla Regione nel febbraio dello scorso anno, all'apertura dei cantieri per il lotto 2 dei 4 previsti per la messa in sicurezza ed il potenziamento della casse di espansione sul fiume Secchia: quelli relativi all'innalzamento delle arginature del bacino in linea della cassa attraverso la rimozione e l'utilizzo dei sedimenti del bacino ora raggiungibili e movimentabili dopo l'abbattimento del bosco che in trenta anni si era creato all'interno.
Si tratta dell'unico lotto finanziato con i fondi PNRR ottenuti in realtà non con la presentazione di un progetto strutturale sui grandi manufatti per il potenziamento della cassa (che in 20 anni la Regione non ha prodotto e avuto a disposizione), ma per il progetto di funzionalizzazione di parte delle casse come bacino irriguo. Progetto che se non collegato alla realizzazione degli altri lotti, poco o nulla porterà rispetto al potenziamento e alla sicurezza idraulica della cassa. Infatti se i lavori del lotto 2 per l'innalzamento delle arginature sono in ritardo ed obbligano ora ad una corsa contro il tempo, sono ancora al palo i lavori del Lotto 1, ovvero quello che comprende la ricostruzione radicale sia della diga di sbarramento sia del manufatto sfioratore. Che peraltro risulta già finanziato attraverso altre risorse oltre che avere ricevuto tutte le autorizzazioni e superati i passaggi a livello dei singoli Consigli Comunali.
I lavori iniziati in questi giorni, relativi appunto al solo lotto 1, prevedono la rimozione dei sedimenti all'interno del bacino in linea a cui i mezzi meccanici possono ora accedere dopo il disboscamento dell'area oggetto anche di polemiche e ricorsi legate all'errore nel taglio che ha portato all'abbattimento di circa 10 ettari di bosco in più.
Fatto sta che comunque oggi ci sono le condizioni, meteo e condizioni del terreno permettendo, per iniziare concretamente con la rimozione del materiale che servirà per il rafforzamento degli argini. Sia in termini di altezza sia in termini di struttura alla base. Si tratta di centinaia di migliaia di metri cubi di terreno sedimentato nei decenni a seguito delle piene e che i tecnici e geologi ed ingegneri idraulici, hanno individuato come adatto per realizzare il potenziamento degli argini. Anche se, come detto, con tempi già in ritardo rispetto alle previsioni della Regione che nel febbraio del 2024 aveva comunicato che dopo la 'manutenzione dell'area verde' (poi tradotta nella realtà in disboscamento radicale dell'area), i lavori per la rimozione dei sedimenti e la loro collocazione sarebbero iniziati ad agosto. Periodo dell'anno decisamente favorevole per procedere. Il rischio è che ora ci si trova di fronte ad una corsa contro il tempo. I finanziamenti PNRR sono vincolati ad una tempistica rigida, ovvero il 2026.
Le casse di espansione da anni non sono in sicurezza
Anche nelle migliori condizioni il rispetto delle tempistiche si inserirebbe in una serie di ritardi storici e recenti che riguardano l'esecuzione degli altri lotti che solo insieme garantiscono una messa in sicurezza (che oggi non è garantita), della cassa di espansione. Nelle condizioni attuali di capacità e di funzionamento capace di mettere seriamente a rischio il territorio modenese in caso di piene, anche quelle superiori al livello TR 20, che rappresenta l'attuale livello minimo di adeguamento delle casse di espansione e dell'asta fluviale a valle.
Se da un lato le casse di espansione, seppur inadeguate, contribuiscono a gestire le piene, queste rimangono ufficialmente e tecnicamente pericolose, se non adeguate. Per renderci conto dello Stato della pericolosità della cassa basta andare a vedere le relazioni che da anni sono state svolte da Aipo, che evidenziano le criticità (mai adeguatamente affrontare) da tempo evidenziate rispetto alla Cassa di Espansione del fiume Secchia e i progetti necessari per superarle.
La criticità del sistema
Le criticità del sistema attuale di laminazione delle piene della cassa di espansione sul fiume Secchia evidenziate nelle relazioni Aipo sono le seguenti:
1 - Insufficienza dell’invaso nel fornire un grado di laminazione adeguato rispetto all’evento di riferimento, con tempo di ritorno T=200 anni
2 - Inadeguatezza dei manufatti di sbarramento e di sfioro laterale nell’ottimizzare l’efficienza dell’invaso, anche per eventi di piena di minore entità (maggiori di TR 20 anni)
3 - Inadeguatezza normativa dell’opera, rispetto previsioni del DPR 1363/59, con particolare riferimento all’entità del franco idraulico dei manufatti e rilevati arginali in concomitanza con il passaggio dell’evento di progetto
Si tratta di criticità evidenti dagli studi e dalle relazioni degli organismi competenti da decenni, ma alle quali, è un dato di fatto, non si è mai dato risposta sul fronte politico, istituzionale e di governo. In particolare della Regione. Immobilismo giustificato solo in parte della mancanza di finanziamenti (visto che da anni due dei 4 lotti relativi al progetto di adeguamento alla normativa e potenziamento erano già stati finanziati), e non giustificato se consideriamo che è emerso, anche grazie all'azione dei comitati che a più riprese si sono interfacciati direttamente con gli organismi regionali, che i progetti necessari al potenziamento, e all'adeguamento della capacità di laminazione a piene centenarie non c'erano. Nemmeno sulla carta. Elemento, quest'ultimo, che ha avrebbero sostanzialmente perdere la possibilità di accedere ai finanziamenti del PNRR. Il recupero di alcune risorse, da questo canale di finanziamento (PNRR), è stato dato dalla possibilità di utilizzare la cassa di espansione come bacino irriguo. Ciò ha consentito di ottenere il finanziamento anche per il lotto relativo all'innalzamento delle arginature necessario per il potenziamento della capacità generale di invaso della cassa. Una capacità che comunque, da relazioni Aipo, non potrà essere ampliata al livello considerato ideale, ovvero con piene con Tempi di Ritorno a 200 anni. E' la stessa Aipo a specificare il perché:
'Le analisi svolte hanno portato alla presa atto dell’impossibilità di adeguamento della cassa all’evento di progetto rispetto alla TR200 anni. Tale impossibilità deriva dall’insufficiente volume d’invaso ottenibile con il solo adeguamento dei manufatti, del rialzo delle arginature e l’ampliamento della cassa (nuovo comparto in comune di Rubiera) a fronte del volume in eccedenza delle onde di piena da laminare (il deficit di volume per laminare la piena duecentennale varia da un minimo di 33 a un massimo 51 milioni di mc)'. Ricordiamo che il volume attuale della cassa è di circa 13 milioni di metri cubi.
La possibilità di portare comunque la capacità della cassa ad un livello superiore (almeno TR 50) c'è da anni. Attraverso interventi divisi in lotti di progetto. Per altro, come detto, finanziati.
La soluzione progettuale individuata da Aipo per risolvere le sopra citate criticità è stata suddivisa in quattro lotti funzionali, anche sulla base delle risorse attualmente disponibili, cosi definiti:
LOTTO 1 - Adeguamento dei manufatti di regolazione ed opere connesse (finanziato)
LOTTO 2 - Adeguamento in quota delle arginature esistenti (ora finanziato con fondi PNRR per bacino irriguo),
LOTTO 3 - Ampliamento della cassa di espansione del fiume Secchia (comparto in comune di Rubiera) – (in parte finanziato)
LOTTO 4 - Realizzazione «seconda» cassa di espansione del fiume Secchia (non finanziato)
In sostanza, ciò significa che allo stato attuale dei primi tre lotti necessari per avviare e completare una prima importante fase del potenziamento e finanziati solo per il lotto due sono iniziati i lavori. Per gli altri è tutto fermo.
Gianni Galeotti
Nella foto (Massimo Neviani), lo stato della arginature nei pressi del manufatto regolatore (diga)
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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