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«L’Apocalisse è quello che c’è già» dice Giovanni Lindo Ferretti. E’ già qua. E’ vero, ora l’ho intuito. Tardi, tardissimo. Viviamo la fine dei tempi senza saperlo. «Siamo arrivati passo dopo passo ad un metodo stile tardo impero romano. Poco prima della caduta» - scrive oggi un profetico e vanamente lucido Vezzelli parlando di Torreggiani. Ma potrebbe parlare anche di Dio o della sua vicina di casa, Vezzelli. Ed ha ragione. Fine impero, fine di un’epoca. E chiamarla Apocalisse o Genesi non fa molta differenza. Fine e inizio coincidono. Quello che è certo è che un mondo sta crollando. Ora. E anche a Modena, nella periferia della ‘pallottolina’ chiamata con inutile superbia Terra, si riflette questo disgregarsi. Doloroso, devastante, ma in qualche modo catartico.
Saltano punti di riferimento e valori e anche nel piccolo micromondo che annaspa sotto la Ghirlandina si fotografa un sistema politico-economico al collasso, una Chiesa «che arranca più che mai» e tanti individui che hanno le lotterie «unica fede in cui sperare». Modena. Con un partito che governa da 70 anni incapace di dare un minimo di guida e di indirizzo al governo della città, con potentati (a partire da quello di Torreggiani) che crollano e con potentati (Giusti, Trombone, Miglioli...) che resistono, ma in modo triste. Quasi caricaturale. Con cattolici che si professano tali e comunisti che vorrebbero continuare a farlo. Con opposizioni inutili e associazioni pure. Quasi sempre. Quasi, nonostante l’angoscia della fetta (immutata nell’anima) di mondo che non permette di dire ‘tutto’. La fine di un’epoca.
E dispiace Torreggiani, che quasi viene da abbracciare e accarezzare ora che è si è dimesso, noi (‘n oi’) primi a svelarne il declino, ne sia l’emblema. Fine di un’epoca. Nonostante - per citare Vezzelli e il suo saio e la sua voglia di espiare - le lame dei pretoriani. Non eri tu il male assoluto, «Torre», come si affrettano a dire i tuoi nemici. Torreggiani, eri simbolo. E quasi dispiace essere stati scintilla del tuo addio. Volevamo dire altro. Ma era necessario. Consapevoli che con il tuo addio nulla si risolve. E i boschi, le salite, le frasche, le finte meteoriti di una fine inverno restano metafore vive e inespresse. E, in modo devastato e devastante, silenti. Mentre un altro bar più numericamente appagante, sorridente e fatuo, si accende. Chapeau. Null’altro da dire. Per mesi. In fondo si è già detto tutto. E nulla. E nulla per anni. Se ci sarà tempo. Ciaone! Torre.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>