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Una delle due sbarre che limitano e regolano l'accesso ai mezzi autorizzati è divelta e abbandonata sulla strada. Come documentato tre mesi fa e nei mesi antecedenti. Così come l'altra sbarra: rotta, bloccata in posizione obliqua. L'erba che ha continuato a crescere. Nel cortile, nei canali di scolo, nelle aree interne. La guardiola all'accesso è sempre uguale. Circondata dalla vegetazione spontanea mai tagliata. All'interno, con i cavi dei PC e dei telefoni (che da anni non ci sono più), adagiati e penzoloni sul desk dell'ingresso, le tracce sbiadite dell'ufficio che c'era. In via La Marmora, nella sede dell'ex Cie (Centro di identificazione ed espulsione chiuso nel 2013), nulla si muove, da anni, anche da quando l'ex ministro Minniti, già in clima elettorale, annunciò, nel luglio del 2017, l'intenzione di realizzare 'a breve', nella sede dell'ex Cie di Modena, già strutturata come centro di accoglienza, e chiusa nel 2013, il nuovo CPR (Centro di Permanenza e Rimpatri).
Anche da quando l'ex Cie fu inserito nelle promesse elettorali in vista del voto del 4 marzo. Anche da quando, nell'aprile post elettorale, venne rilanciato dallo stesso ancora Ministro Minniti (in carica perché il nuovo governo giallo-verde non si era ancora formato nonostante la vittoria della compagine giallo-verde), come struttura necessaria. Da quando dalla Prefettura vennero annunciati confronti e tavoli aperti col Ministero per definire e rispettare in tempi brevi la riapertura del centro. Anche da quando, due mesi fa, la riapertura del CPR era nuovamente diventata terreno di confronto e scontro politico legato alla necessità di inviare a Modena le forze di polizia necessarie per garantire la riapertura e la gestione del centro, senza intaccare gli organici esistenti e a disposizione della questura e dei commissariati.
E forse da quando il CPR stesso è diventato elemento di divergenza tra le due anime dell'attuale governo.
Quella del Movimento 5 stelle (che anche a Modena ha definito il CPR struttura inutile), e la Lega che di fatto, forse anche per la divergenza dai 'compagni' di governo, ha tolto al tema e alla discussione sul CPR, le luci della ribalta. Una attenzione scemata, quella sul CPR, che continua evidentemente a riflettersi nello stato di totale abbandono della struttura dove ancora sono visibili le reti metalliche interne, all'altezza del tetto, per impedire la fuga di clandestini e irregolari in attesa di identificazione ed, eventualmente, l'espulsione. Dai tempi della struttura ancora nella sua funzione di Cie. Che oggi si presenta come addormentata, con un degrado che avanza ogni mese ed ogni anno di più.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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