Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ieri la commissione regionale affari istituzionali ha rimandato ai rispettivi consigli comunale la possibilità di esprimersi sul SI o sul NO alla fusione dei comuni di Lama e Montecreto, bocciata dal referendum popolare di un mese fa. Sconcerto e critiche dalle forze di opposizione e dal comitato per il NO
Con la vittoria dei NO a Montecreto e la vittoria dei Si a Lama Mocogno un mese fa l’iter istituzionale che avrebbe dovuto portare alla fusione dei due comuni si è interrotto. Anche perché questo era l’impegno assunto dalla regione con una risoluzione approvata dalla maggioranza e condiviso dai due sindaci PD dei due comuni (Leandro Bonucchi per Montecreto e Andrea Canovi per Lama Mocogno). Fermare appunto il processo nel momento in cui anche solo in uno dei due comuni avesse prevalso il no, e senza nemmeno il passaggio nei consiglio comunali.
Impegno che sembrava rispettato. Fino a ieri, quando in commissione affari costituzionali della Regione la giunta di centro sinistra ha deciso di chiedere il parere ai rispettivi consigli comunali dove la maggioranza di centro sinistra potrebbe invertire il voto popolare. Uno scenario che potrebbe portare la Regione, alla quale spetta l'ultima parola, nell'imbarazzante scelta tra il rispetto della volontà popolare, sancita anche da un impegno assunto con una risoluzione, e dall'altro l'espressione dei consigli.
La volontà politica, da parte della giunta, di procedere con l'iter, facendolo proseguire nei consigli comunale, ha generato la reazione critica da parte dell'opposizione di Lega, M5S e Forza Italia, che hanno richiamato all'impegno 'sconfessato' dalla stessa giunta PD rispetto alla volontà di fermarsi espressa con la risoluzione del luglio scorso.
Una decisione appresa con sconcerto e stupore dal comitato del NO, rappresentato da Maurizio Cadegiani, già sindaco di Montecreto: 'Se la regione andasse avanti e trovasse l'avvallo dei sindaci PD ci troveremmo davanti ad una forzatura gravissima. Non solo sconfesserebbero l'impegno assunto e dichiarato davanti agli elettori di fermarsi nel momento in cui anche solo in un comune avesse vinto il no, ma calpesterebbero la volontà popolare, oltre a creare un precedente istituzionale gravissimo, soprattutto nella prospettiva di future fusioni. Anche ad agosto il sindaco Bonucchi aveva dichiarato che in caso di vittoria del no in uno dei due comuni l'iter si sarebbe fermato. Con quale coraggio si presenterà agli elettori dicendo che il loro voto non vale? Auspichiamo che i consiglieri di maggioranza non si lascino condizionare e rispettino il voto e la volontà popolare'
Intervista a Maurizio Cadegiani (Comitato per il No alla fusione tra Montecreto e Lama Mocogno)
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>