'Ho declinato più volte la richiesta di candidarmi, perché dopo l'esperienza di Assessore alla cultura in Regione ho continuato a fare, come direttore Generale di Biografilm Festival, e in Ago, a Modena, ciò che più adoro fare e che per me è una professione. Accettare una candidatura ad un ruolo di primo livello e così impegnativo come il sindaco di Modena significa per me stravolgere la mia vita e quella della mia famiglia. Che cosa mi ha fatto dire si ad accettare la candidatura? Lo stimolo arrivato da mia moglie, al termine di una serie di proposte declinate. Di fronte alla situazione che si stava creando a Modena e di fronte alle diverse richieste che mi erano arrivate, mi ha visto combattuto ed è stato lì che mi ha detto: vai dove ti porta il cuore, ed eccomi qui'.
Massimo Mezzetti, 62 anni, romano, ma con gli ultimi 35 anni trascorsi tra Modena e Bologna, dove tutt'ora vive, e protagonista della vita politica regionale e modenese dagli inizi degli anni '90, è uscito dalla politica attiva da circa 4 anni, e oggi ci ritorna dalla porta principale, 'in una sorta di 'Ritorno al futuro'' - afferma lui stesso, candidato alla corsa a sindaco espresso dal Partito Democratico di cui non è espressione, non avendo nemmeno la tessera. 'In realtà non ho la tessera di nessun partito' - specifica. 'L'unica tessera che ho è quella dell'Anpi di Modena'. Fatto sta che il PD non trovando sintesi e quadra tra gli eletti e gli amministratori interni, si è compattato su di lui, nome formalmente esterno non espressione e non appartenente al Partito Democratico.
E qui incalzato dalle domande sull'appartanenza e alla vicinanza o al presidente della Regione o al sindaco di Modena, Mezzetti si esprime come se si togliesse un sassolino dalla scarpa. 'Non sono sotto l'ala di nessuno, se non di me stesso, e se devo dirla tutta, da segretario di federazione quale sono stato, potrei dire che sono stati Bonaccini e Muzzarelli ad essere stati sotto la mia ala'. La platea PD accorsa alla presentazione, tra cui spiccano Giulio Guerzoni e Andrea Bortolamasi, fino ad una settimana possibili candidati, applaude in parte e in parte sorride a denti stretti. Una figura come quella di Mezzetti, lontano da anni dalla politica attiva in regione, e a Modena in particolare, che pone la non appartenza al PD come cifra positiva, non deve essere cosa immediata e facile da digerire per gli amministratori, gli eletti e gli iscritti del PD e soprattutto da coloro che dopo anni amministrazione speravano di essere al posto suo.
Fatto sta che la scelta della nomenclatura PD, che si è arresa all'impossibilità, o all'incapacità, di trovare un candidato unico e di bandiera al proprio interno, ha ceduto all'ipotesi di un nome formalmente esterno. Nome forte, sicuramente, di esperienza e di cultura politica. Quella cultura che dopo avere vinto l'emozione iniziale, che lo blocca per una ventina di secondi con occhi lucidi e nodo in gola, esprime in quello che si presenta già come manifesto culturale e di mandato, nella conferenza stampa organizzata negli stretti spazi di un locale del centro città, affacciato sul cortile del Leccio. Al suo fianco il segreterio provinciale PD Roberto Solomita e la segretaria comunale Federica Venturelli.
'Avere candidato un non iscritto al PD non coinvolto da anni all'attività di partito, è stato un atto i generosità da parte del PD. Non essere iscritto al Partito Democratico, non lo vedo né come limite né come motivo di preoccupazione' - afferma Mezzetti rispondendo indirettamente anche alle parole non certo distensive su di lui espresse dal sindaco Giancarlo Muzzarelli all'assemblea del PD che lo ha incoronato candidato unico, 'ma un elemento che consente di darmi più libertà e forza anche nel confronto con le forze di coalizione che dovranno esprimersi sul mio nome. A loro proporrò un patto di governo per la città'. Un patto che Mezzetti pone come pietra di riferimento e confronto rispetto alla costruzione di un campo largo di coalizione che abbracci, come conseguenza indiretta, anche il Movimento 5 Stelle. 'Non mi interessa campo largo o campo stretto. Mi interessa la condivisione di un patto con le forze politiche di coalizione e con la città, basato su temi e programmi specifici. Tra i principali quelli dell'ambiente, dei rifiuti, della sicurezza, che vorrei fosse declinato più su un tema generale di legalità, del welfare, della sanità e, non ultimo, della cultura'. Una cultura che Mezzetti pone sempre in primo piano e che costituisce almeno la metà del suo intervento. 'Una cultura che deve riprendere i propri spazi, e la propria azione, come elemento fondamentale per la politica ma anche per lo sviluppo di una comunità e del territorio. Il tutto, vorrei, nei parametri di dialogo che auspico non urlato, in forme alle quali sono legato e che si sono perse, negli ultimi anni, anche a Modena'.
Gianni Galeotti