Enrico Aimi, membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura, ha espresso il proprio voto contrario sulla proposta di risoluzione a tutela dei giudici bolognesi a seguito delle polemiche scaturite dalla loro decisione di rinviare gli atti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in relazione al decreto sui ‘Paesi sicuri’ in materia di immigrazione. La proposta è stata approvata in mattinata a maggioranza dalla Prima Commissione: con 5 voti favorevoli, 1 contrario.
'Mancano i presupposti previsti dall’articolo 36 del Regolamento Interno del CSM - ha evidenziato Aimi, - e pur riconoscendo che vi sono state, come era naturale che fosse, reazioni dal mondo della politica, che si è sentita ostacolata nelle sue prerogative, tali dichiarazioni pur connotate da toni aspri, non hanno tuttavia concretamente prodotto un reale turbamento tale da incidere sull’indipendente esercizio della funzione giurisdizionale'.
Aimi ha inoltre sottolineato che l’approdo in Plenum della delibera rischia, inevitabilmente, di acuire le tensioni in atto, in un momento in cui, invece, occorrerebbero massimo equilibrio e reciproco garbo istituzionale. La preoccupazione concreta è quella di un' ulteriore escalation delle tensioni tra politica e magistratura di cui l’Italia non ha in questo momento alcuna necessità.
Infine, Aimi, considera 'inopportuno l’intervento del CSM mentre la questione pregiudiziale è ancora in fase di esame presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e anche perché, il 20 dicembre, è attesa la sentenza a carico del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini. Il principio costituzionale della separazione dei poteri impone un rispetto reciproco, senza tuttavia escludere una normale dialettica, espressione di sensibilità diverse'.