Tanto è vero che Bonaccini ha detto che “il Pd deve tornare in mezzo alla gente e ascoltarla e piantarla con liti e divisioni”, smentendo dunque le affermazioni buoniste di Fava. Aggiungendo una frase che non si presta ad interpretazioni: “sogno un partito che non perda il contatto con la realtà, che smetta di farsi del male e di litigare, che sappia parlare di diritti civili e problemi sociale e che i dirigenti non pensino solo al proprio futuro”, con evidente riferimento ai sindaci, ai deputati, agli assessori e consiglieri regionali. Parole severe che smentiscono le assurde affermazioni ottimistiche del suo segretario provinciale che non sa spiegare le ragioni per le quali il Pd da lui diretto non abbia saputo trovare con la Sinistra e coi 5 Stelle un accordo sui candidati a sindaco.
Naturalmente Fava nelle sue dichiarazioni alla stampa si è 'dimenticato' di parlare dei gravi problemi economici, sociali e di sicurezza del cittadino che gravano sulla città e sulla Provincia che, purtroppo per lui, sono ricordati tutti i giorni dagli stessi cittadini riuniti in Comitati di protesta o dalle Associazioni di categoria. Come ha fatto il responsabile dell'ufficio Legalità e Sicurezza della Cgil di Modena, Franco Zavatti, che ha ricordato a Fava, ma anche a Muzzarelli, che Modena ha il triste primato in Italia del lavoro irregolare (nero) sulla base delle statistiche del Ministero del lavoro, quindi con la necessità di una maggiore prevenzione appunto per arginare il fenomeno a tutela dei lavoratori. “L'inquietante numero di morti sul lavoro delle ultime settimane – ha aggiunto Zavatti – ne è la conferma più drammatica”.
Ma come fanno quasi quotidianamente anche i Comitati di protesta dei cittadini che lamentano l'escalation della malavita e il degrado progressivo della città.
Quella del 'rotore' di via Finzi, ma anche della Pro Latte e la situasione sempre pesante per l'ordine pubblico e mai risulta della Via Canaletto e della Sacca, dell'R Nord, di viale Gramsci e della vasta area dell'ex Consorzio Agrario lasciata in stato di abbandono per una decina di anni dal Comune per ragioni 'ideologiche' em politiche, è l'emblema del fallimento del più volte annunciato 'Piano periferie' per il restyling, il rilancio e la riqualificazione di fabbricati o di aree verdi lasciate in stato di abbandono. Il rilancio promesso per anni con tono enfatico in diverse conferenze stampa opportunamente convocate da Muzzarelli, è rimasto insomma lettera porta. Tutto è fermo, come hanno ricordato alcuni consiglieri comunali di minoranza nel civico consesso, nonostante solenni promesse, annunci, lancio di piani faraonici, spesso alla vigilia di elezioni.
Infine il problema della scuola alla vigilia della sua riapertura. Qui i Comitati dei genitori, stanchi ed esasperati delle promesse del Comune e della Provincia, hanno scritto una lettera-denuncia al premier Draghi e per conoscenza al presiden te della Regione Bonaccini lamentando “ritardi e incertezze da parte degli amministratori locali dopo due anni di palese inadeguatezza e mancanza di programmazione” come ha scritto Alberto Rebecchi responsabile del coordinamento degli istituti affermando che “non vogliamo più altri proclami e promesse, ma azioni concrete, in vista della riapertura delle scuole, per quanto riguarda il numero delle aule e degli istituti spesso fatiscenti, il numero dei docenti che ogni anno è insufficiente, dei mezzi di trasporto degli studenti anche questi sempre insufficienti, per scongiurare un nuovo anno scolastico in dad che sarebbe deleterio per i nostri ragazzi”.
Insomma ce n'è abbastanza per non fare dormire sonni tranquilli al segretario provinciale del Pd modenese, sotto tiro non solo dalle minoranze, che fanno il loro mestiere di opposizione, ma adesso anche dal suo stesso partito i cui dirigenti locali e regionali si rendono conto che non è più sufficiente dire che “ tutto va bene” e promettere di fare. La gente è ormai stanca e smaliziata e non crede più nelle promesse o nella retorica di parole come 'vogliamoci bene, stiamo uniti, insieme ce la faremo'. Ma vuole parole chiare, impegni precisi e fatti concreti.
Cesare Pradella


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