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Piano Periferie, la realtà oltre la propaganda

Piano Periferie, la realtà oltre la propaganda

Nel programma dei lavori non c'è ancora traccia degli interventi nelle aree private, che le grandi coop hanno abbandonato 10 anni fa, lasciando solo macerie


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CMB, CDC,  Costruzioni Generali 2, Acea Costruzioni, Impresa costruzioni Scianti e Rigenti s.p.a. Sono queste le grandi società cooperative e di impresa che nel 2008, dopo anni di rinvii e di modifiche al piano particolareggiato, avrebbero dovuto realizzare la parte centrale, e numericamente più rilevante, degli alloggi e dei servizi previsti in quel piano di riqualificazione urbanistica riguardante l'ex mercato bestiame. Realizzarono alcune opere di urbanizzazione primaria, avviarono la realizzazione della prima delle quattro parti del cosiddetto rotore (foto), per poi abbandonare tutto. Nello stato in cui lo vediamo tutt'ora. Per altri dieci anni. Altri, perché quei 10 si aggiunsero agli 8 precedenti di abbandono, che negli anni '90 seguirono alla demolizione delle ultime tracce del mercato bestiame e di quello che fu il macello pubblico. Un periodo di attesa e di nulla, nel quale il degrado ha generato degrado, senza che nessuno chiedesse conto a quelle grandi cooperative di costruzioni, di compensare o di risarcire il danno economico, ambientale e sociale (perché un tessuto urbano scucito, isolato e abbandonato per più di dieci anni crea effetti negativi sulla comunità e sull'essere comunità), creato a svantaggio di una intera zona.

Uno spicchio importante di città che pur essendo oggi ricompreso nell'alveo del Piano Periferie, è nuovamente sparito dalle presentazioni, dai crono-programma dei lavori, e in questi giorni, persino dagli annunci e dagli elementi del piano ripetuti davanti al Presidente del Consiglio Gentiloni. Come se quello scheletro di ferro e cemento armato che spicca da dieci anni tra le macerie di una terra abbandonata ed inutilizzata, non fosse importante. Non svalutasse una zona. Al punto da non parlarne più. Irraggiungibile, intoccabile. Come chi l'ha costruito e abbandonato e che non trova più spazio e definizione nemmeno nel nuovo Piano Periferie che dovrebbe avere proprio in quell'area nella quale sorge, il centro del suo sviluppo. Che, ormai è chiaro, difficilmente potrà ricevere una svolta prima della fine, del primo 'giro' da Sindaco di Modena (posto che di 'giro' ce ne sia un altro), di Giancarlo Muzzarelli. Che così finirebbe per essere il terzo sindaco, dopo Barbolini e Pighi, a promettere e a mancare per ben due mandati (equivalenti a 20 anni), la riqualificazione del comparto ex mercato bestiame, vero cuore del Piano Periferie ma, nonostante ciò, ancora non rintracciabile nell'elenco dei lavori in programma.
E quel cartello informativo che da oltre dieci anni campeggia a bordo strada elencando ancora oggi i nomi dei soggetti che quell'area l'hanno abbandonata, e non di coloro che oggi dovrebbero riqualificarla, non è di grande auspicio. 

Gianni Galeotti

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