“Vaccinare la parte restante degli over 50 sarà difficile, perché parliamo di uno zoccolo duro di persone che incomprensibilmente e senza una giustificazione scientifica reale hanno paura del vaccino, perché lo considerano sperimentale e perché non hanno più paura della malattia”, ha proseguito Pregliasco. Sull’attuale situazione epidemiologica, l’esperto ha poi spiegato: “Sicuramente il rischio è ancora quello di avere una continuità di presenza del virus, dato che la variante Delta è molto più contagiosa. Dobbiamo sempre considerare in ogni situazione in cui veniamo in contatto con un’altra persona che esiste una probabilità di infezione, anche se per esigenze di vita e per scelte politiche è stato permessa e attuata questa condizione di maggior libertà”.
Pregliasco ha spiegato che “siamo in una situazione di crescita che per, per fortuna, non ha un incremento verticale come nelle settimane precedenti. Probabilmente siamo arrivati ad un plateau massimo del livello di diffusione almeno per questa ondata, ma mi attendo successivamente in autunno e inverno un’ulteriore ondata, diciamo un altro colpo di coda”.
Pregliasco ha precisato che la fine della pandemia non avverrà a breve: “Dobbiamo immaginare questa pandemia un po’ come un sasso lanciato dentro uno stagno, con plurime onde che via via andranno a risolversi, ma purtroppo questo sarà da considerare nell’ottica di un periodo piuttosto lungo, probabilmente due o tre anni“. Sulla possibilità di vaccinazione degli under 12, il virologo milanese ha poi concluso: “In 2 casi ogni 100.000 riscontriamo una situazione di gravità abbastanza rilevante di forme di problematiche immunitarie che possono determinare effetti pesanti, e nell’1% dei ragazzi colpiti dall’infezione rileviamo effetti che purtroppo necessitano anche il ricovero ospedaliero. Credo che questo basti per considerare anche i più giovani come un serbatoio più che ampio per la diffusione del virus”.


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