Sarà stata la giornata di sole, il primo sabato di vera primavera, le compere del fine settimana al mercato Albinelli, ma l'aria che si respirava era di ottimismo, nonostante tutto.
Ottimismo legato alla esuberanza del candidato sindaco, che in giacca e cravatta sorride a tutti, abbraccia orgoglioso il padre giunto in bicicletta e dispensa fiducia.
Ottimismo legato, parallelamente, alla voglia di tanti esponenti di centrodestra di correre la gara delle preferenze per la soddisfazione personale di entrare (o rientrare) in Consiglio comunale.
Ottimismo legato al sorriso di Piergiulio Giacobazzi che dopo, il comprensibile sfogo per come è maturata la candidatura a sindaco, dopo aver smascherato le dinamiche che nulla hanno di locale nella definizione dei nomi dei candidati di centrodestra in Emilia, ha comunque deciso di spendersi accanto all'amico, fino a ieri rivale, Negrini.
Il 'nonostante tutto' è fotografato nell'espressione un po' rassegnata di alcuni militanti più anziani che di presentazioni simili ne hanno viste tante, di promesse e di 'stavolta è la volta buona' ne hanno sentite di più e che - ogni volta - hanno sperato in qualcosa di diverso.

E, questa volta, come ogni volta, la colpa è di chi - per peso elettorale - era chiamato a guidare la coalizione. Di chi aveva tutto il tempo per creare una squadra civica forte intorno al candidato sindaco, di chi doveva mobilitare mondi economici e, prosaicamente, anche finanziatori pronti a scommettere su una idea vincente. Di chi aveva l'onere di dare gambe al concetto di 'alternanza' al di là della retorica.
Perchè Negrini, dopo il pasticcio del braccio di ferro deciso a Roma con Piergiulio Giacobazzi, si trova a dover costruire quasi tutto da zero: dalla lista civica chiamato a sostenerlo, passando per la ricerca dei finanziatori della campagna elettorale. Si trova con un'area moderata che gli 'ruba' voti e che sta avendo ampia visibilità, legata alla candidatura della professoressa Modena sostenuta in primis da Gianpiero Samorì.
Tutto questo mentre al voto mancano solo due mesi e mezzo. Mentre la corrazzata di centrosinistra è in campo con manifesti, vertici di coalizione e incontri a tutti i livelli: forte di un conservatorismo che a Modena regge da ottanta anni il sistema di potere.
Tutto questo mentre, elegantemente Mezzetti, passa a salutare il rivale e gli stringe la mano. Un po' gentile, un po' con la presunzione di avere partita facile che trapela dallo sguardo, non tanto per la qualità del rivale che comunque ce la metterà tutta, quanto per il regalo che i vertici di centrodestra hanno fatto, ancora una volta, a chi governa Modena da 8 decenni.

Giuseppe Leonelli