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Al 22 novembre erano 46 i ricoverati covid positivi nei principali ospedali modenesi, 3 in terapia intensiva. Nella maggior parte dei casi soggetti fragili. Il vaccino, che ha drasticamente ridotto gli effetti gravi del contagio, non ha altrettanto drasticamente ridotto, come è sempre stato detto, il numero dei contagi. Anche perché dopo vaccino e green pass in molti, convinti di una presunta immunità, non solo hanno ripreso una vita sociale piena, fatta di cene, discoteche, intrattenimento in locali chiusi, ma hanno anche pressoché abbandonato l'uso delle mascherine e delle precauzioni. Per questo, visto che il problema oggi non è più (o non è più ancora) quello del collasso degli ospedali e delle terapie intensive, bensì quello di evitare i contagi e contrastarne il loro aumento, 'più che puntare ad un fidelizzazione, pur importante, nei confronti della vaccinazione, sarebbe meglio ritornare ad una consapevolezza rispetto al fatto che la pandemia non è finita, che il virus circola, che contagia tutti e che è necessario affrontarne la diffusione evitando le situazioni che la agevolano.
Luoghi affollati e tanto più chiusi, e tanto più senza mascherina ed igienizzazione delle mani'. Ripete per l'ennesima volta un appello a lui caro, Claudio Vagnini, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena. Un voce, la sua, che punta all'unità degli sforzi più che alla divisione, una voce dobbiamo purtroppo quasi fuori dal coro nel flusso di una informazione politica ed istituzionale che ha ormai abbandonato il punto delle precauzioni che da sempre hanno dimostrato di aiutare a limitare i contagi.
Consapevolezza di una epidemia non finita e di un contagio possibile per tutti, unita ad un appello nelle parole di Vagnini, che si spostano sul piano delle nuove restrizioni previste dal governo con l'ipotesi di un super green pass, più restrittivo per i non vaccinati: 'Una azione limitata' - commenta Vagnini.
'Più che fare differenze per i no-vax punterei sul uno sforzo per adottare quelle precauzioni di base per limitare i contagi e fare in modo che la situazione non peggiori a livello ospedaliero. Perché è chiaro che i soggetti fragili hanno maggiori rischi ed è necessario tutelarli non solo con la vaccinazione ma anche con l'adozione di tutte le precauzioni, che molti hanno abbandonato'
Anche perchè a questo livello si inserisce anche una informazione ufficiale e scientifica che dal febbraio 2020 ha creato molta confusione. Il passaggio della validità del green pass da 6 a 9 a 12 mesi, e poi il ritorno a 9 mesi, senza che sia mai reso chiaro un presupposto scientifico non dovrebbe ripetersi. Così come la mancanza della spiegazione delle evidenze scientifiche che oggi portano alla possibilità di ridurre da sei a cinque mesi la distanza dall'ultima dose fatta alla dose booster. 'Credo che queste situazioni pongano la necessità di affrontare una riflessione serie sulla comunicazione scientifica'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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