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Piene Secchia, i comitati: 'Da anni inascoltati, siamo a rischio'

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Abbandono del fiume per 30 anni e gli interventi di oggi sufficienti a fronteggiare solo piene medio-piccole. Ponte Alto sempre più un tappo


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Decenni di mancata pulizia dell’alveo del fiume e i rari interventi sulle casse di espansione hanno messo a dura prova, anche la scorsa primavera, il sistema idrografico modenese, sia del fiune Secchia che del Panaro. Un sistema nuovamente a rischio con le ultime precipitazioni ancora in corso che alle ore 7 di questa mattina hanno portato entrambi i fiumi a raggiungere il livello di allerta 2 (arancione). E con questo nuovo livello di criticità è cresciuto nuovamente la preoccupazione dei cittadini che, riuniti in un comitato ambientale Campogalliano, da anni segnalano le maggiori criticità dell'asta del Secchia registrate e verificate in caso di piena, sia in relazione agli interventi in atto di pulizia dell'alveo e risagomatura e rafforzamento degli argini decisi, dopo anni di mancata manutenzione, solo dopo la devastante alluvione (dovuta alla rottura dell'argine a San Matteo), del 2014 che invase principalmente i comuni di Bastiglia e Bomporto provocando anche un morto.

Negli ultimi anni sono bastate tre piene sulla carta e statisticamente classificate come medio piccole come quelle del dicembre 2009, 2017 e del dicembre dello scorso anno per fare temere il peggio.

Gli abitanti di Campogalliano, comune che convive con le casse di espansione e che negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera repentine casi di tracimazione e allagamento. I cittadini riuniti in un comitato attivo da anni, dopo la lettera senza risposta inviata nel 2016, hanno nuovamente scritto alle istituzioni e agli organi competenti per segnalare criticità e preoccupazioni relative all’asta del Secchia ma con attenzione al tratto modenese dalle casse di espansione fino a valle a nord della città.

Incontriamo i rappresentati del comitato sulla riva del Secchia. Ci mostrano gli effetti delle ultime esondazioni e degli allagamenti del comune di Campogalliano, rappresentate sul giornalino comunale.

Interventi attesi ma sufficienti solo a fronteggiare piene piccole e medie (TR20) e Ponte Alto è sempre più un tappo ma per l'adeguamento non c'è nemmeno il progetto

I lavori di pulizia e risagomatura dell’alveo e delle arginature, gestiti da AIPO, sono iniziati e proseguiti a stralci, solo dopo il dramma dell’alluvione dovuta al cedimento dell’argine a San Matteo. Lavori proseguiti nei punti più critici.

Nel video le dichiarazioni di Massimo Neviani e Aldo Lugli del Comitato Ambiente Campogalliano, raccolte due settimane fa nel tratto del fiume all'altezza di Ponte Alto

Tra questi quello della curva del fiume all’altezza della rotatoria San Pancrazio e Ponte Alto. Qui alveo e arginature sono stati sbancati e risagomati per abbassare in caso di piena il livello del fiume che anche nelle ultime ondate e arriva a lambire la sommita del vecchio muretto in cemento armato ormai sbriciolato. Ma si tratta di interventi strutturati per contenere piene con tempo di ritorno 20, di fatto medio piccole. E su questo punto si sposta, carte e monitoraggi alla mano, l’attenzione dei comitati.

Si tratta del punto che precede Ponte Alto i cui fronti arginali sono stati alzati lo scorso anno di circa un metro e rafforzati. Ma il mancato adeguamento del ponte, di competenza della Provincia, e per il quale non esiste nemmeno il progetto, rischia di trasformare il ponte stesso in un tappo. La piena della scorso dicembre, pur ancora sotto la soglia TR20 lo ha messo a dura prova, cancellando di fatto, come nel 2009, le 'luci' della arcate, e superando la soglia di allerta rossa

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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