MORI A MODENA
Era il 16 marzo quando la Camera penale di Modena decise di invitare a Modena l'ex generale Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno. Una presenza che venne bocciata dal mondo della sinistra modenese, da Libera e dal M5S. La Pressa in quella occasione criticò duramente quella condanna a priori in mancanza di una sentenza (fin ad oggi Mori era sempre stato assolto nei processi a suo carico). Una tesi che - conoscendo personalmente la vicenda umana e professionale di Mori - ribadiamo. Pur prendendo atto della sentenza di primo grado. Un mese fa intervistammo il generale che si disse sicuro della sua assoluzione. Non è andata così. Riproponiamo comunque la intervista. IL LEGALE DI MORI: ORA SPERIAMO NELL'APPELLO 'Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della corte. C'è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E' un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio, perché questo è stato un pregiudizio'. Lo ha detto l'avvocato Basilio Milio che difendeva l'ex generale dei carabinieri Mario Mori e gli ufficiali del Ros Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.
I PMI: SENTENZA DEDICATA A BORSELLINO 'Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia'. Lo ha detto il Pm del pool che ha istruito il processo sulla trattativa Stato-mafia Vittorio Teresi, dopo la lettura del dispositivo. 'E' stata confermata - ha aggiunto - la tesi principale dell'accusa che riguardava l'ignobile ricatto fatto dalla Mafia allo Stato a cui si sono piegati pezzi delle istituzioni. E' un processo - ha concluso - che andava fatto ad ogni costo.


