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2019-2020: con l'influenza 374.000 persone a letto in 4 mesi e 4 morti

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I dati dell'influenza in Emilia-Romagna nei mesi che anticiparono l'arrivo del Covid, quando il vaccino non era obbligatorio, nemmeno per i medici, e non si parlava di emergenza


2019-2020: con l'influenza 374.000 persone a letto in 4 mesi e 4 morti
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Circa 374mila persone già 'messe a letto dal virus dell’influenza' stagionale in Emilia-Romagna dalla metà di ottobre 2019 alla metàdi febbraio 2020, con 26 casi gravi e 4 decessi. Questi i dati che poco meno di due anni fa venivano forniti dalla Regione in base alle rilevazioni del Sistema nazionale di sorveglianza Influnet dell’Iss (Istituto superiore di sanità), rispetto all'impatto della sindrome influenzale in regione. Numeri importanti, in termini di contagio e sintomatologia, quelli dell'influenza, anche rispetto al Covid. Consideriamo che il numero totale di contagiati dal Covid ammonta a 549.000 da inizio pandemia, quindi in quasi due anni, mentre l'influenza ne ha fatti contare 347.000 concentrati in soli 4 mesì, con Pronto Soccorso e ospedali presi d'assalto. In un periodo in cui furono 819.000 le persone che avevano ricevuto la dose unica di vaccino antifluenzale, in aumento rispetto alla influenza dell'anno precedente.

Erano i tempi, che oggi paiono lontani anni luce, nei queli, per difendersi dall'influnza, solo per certe gategorie erano sottoposte ad un vaccino all'anno non obbligatorio, nemmeno per i sanitari (che senza obbligo non arrivavano nemmeno al 50%), ma indicato soprattutto per anziani e soggetti a rischio e solo per la stagione invernale. Poi il covid che ha stravolto tutto e continua a stravolgere tutto, anche dopo l'arrivo del vaccino. Con la moltiplicazine ancora indefinita del numero di dosi per difendersi dagli effetti gravi (e non per immunizzarsi), senza più stagionalità in cui somministrarle, e senza sapere, o sapendo mano a mano che si procede nelle somministrazioni, durata della copertura.

Numeri importanti, si diceva, quelli dell'influenza, che nel 2019-2020 erano comunque inferiori rispetto a quelli dell'epidemia influenzale della stagione precedente, a cavallo tra il 2018 e 2019, quando i casi gravi finiti sul tavolo del Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna furono 172 con 57 decessi in 4 mesi.

Numeri che, seppur importanti anche per la pressione sugli ospedali, per le assenze nei luoghi di lavoro e nelle scuole e per gli effetti anche in termini di morti, non determinarono mai alcun tipo stato di emergenza nazionale. Quella che invece, nonostante il vaccino ormai diffuso al 90% della popolazione e capace di ridurre drasticamente i casi gravi, e con il 98,3% delle persone contagiate senza sintomi o con sintomi lievi, continua a permanere ora, per il Covid. Con misure restrittive senza precedenti capaci di negare anche ad un bambino sano e certificato idoneo di praticare sport senza essersi vaccinato, con un siero che non è obbligatorio.

Le precazioni per l'influenza

Leggendo le precauzioni che venivano indicate per la prevenzione e la gestione dell'influenza dalla regione nel febbraio 2020 vadiamo che non si discostano più di tanto da quelle di oggi: lavarsi spesso le mani con il sapone; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce, usare fazzoletti monouso, gettarli e poi lavarsi le mani; in caso di sintomi influenzali, limitare i contatti con altre persone.

Per quanto riguarda la diagnosi, naturalmente è sempre importante contattare il proprio medico, ma tra i sintomi più importanti ci sono tosse, mal di gola, febbre, mal di testa, inappetenza, dolori muscolari o articolari.

Gi.Ga.

Redazione Pressa
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