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Le Poste lo hanno promosso come servizio per aiutare l'integrazione. Altri pensano che l'effetto possa essere il contrario, ovvero ostacolare una integrazione che nelle lingua ha uno dei suoi fondamenti. Fatto sta che nell'ufficio postale di via Canaletto, inserito nel comparto R-Nord (dove circa l'80% dei residenti è straniero), dopo l'inglese, e ovviamente l'Italiano, non c'è né il francese, né lo spagnolo, e tantomeno una delle lingue dell'est Europa tra le più diffuse in Italia e anche a Modena delle popolazioni straniere, bensì l'arabo. Con tanto di pulsante dedicato che, premendolo, fornisce l'utente di un biglietto ed un percorso elettronico dedicato, identificato sul display con due specifiche lettere, AR. Perché con il biglietto AR seguito da una sequenza di numeri è identificato il percorso in lingua araba che prevede anche personale dedicato.
Nel pannello elettronico che distribuisce il ticket l'utente seleziona la propria lingua tra Italiano, Inglese e Arabo. Che sul display godono dello stesso spazio.
Se si sceglie l'opzione AR (che sta appunto per Arabo), l'utente sarà indirizzato ad uno sportello specifico dove sarà servito da personale che conosce la sua lingua. Un servizio che se da un lato può aiutare gli stranieri da poco in Italia, allo stesso tempo facilita anche chi non vuole sforzarsi di imparare e soprattutto di fare imparare l'Italiano. Elemento fondante dell'integrazione, che proprio perché tale viene impedito, ancora negato, a tante donne arabe. Anche nel comparto urbano dell'R-Nord e dintorni.
Un altro tassello del relativismo culturale che differenziando, dividendo, separando e, sotto certi punti di vista ghettizzando (come è successo per la stragrande maggioranza di stranieri africani concentrati in unico comparto dell'R-Nord), rischia di sfociare nell'esatto contrario di ciò che sarebbe funzionale ad una maggiore integrazione.
Redazione Pressa
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