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Amanda in lacrime: 'Innocente da sempre, ma anche qui ho ancora paura'

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In un ora di intervento, al Festival della Giustizia Penale, la Knox ripercorre il suo caso, processando media e sistema giudiziario: 'Ad uccidere è stato Guede'


Amanda in lacrime: 'Innocente da sempre, ma anche qui ho ancora paura'
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Nell'atteso intervento al Festival della Giustizia Penale, Amanda Knox ribalta i ruoli, a suo favore, in quella che si trasforma nella sua più grande difesa, e nel suo più grande riscatto mediatico. Basato e costruito sull'utilizzo di quegli stessi media, capadi a suo dire e nel suo caso di generare storie false, mostri e processi da cui emergono sentenze di popolo, che anticipano e modificano, generando anche errori, il processo giudiziario stesso. Media e processi mediatici verso i quali Amanda Knox si scaglia ripetutamente durante il suo intervento, costituendone un filo conduttore, in un continuo concettuale con l'introduzione al suo intervento dell'Avvocato Guido Sola, Presidente della camera penale di Modena carl'Alberto Perroux. Amanda appare sul palco del Forum Monzani, nella giornata conclusiva del Festival della Giustizia Penale alle ore 10. Indossa un vestito rosa. Ascolta l'intervento dell'avvocato Sola poi prende posto sul palchetto, in piedi.

Per lei nessun applauso.

E' difficile capire dire quanto le emozioni che fa trapelare o vuole fare trapelare, mostrando gli occhi rossi che fissano il pubblico, con quella voce strozzata dal pianto, e con quel fazzoletto pronto ad asciugare le lacrime siano vere. Sarà per quell'immagine figlia di quel costrutto mediatico che durante il suo intervento Amanda proverà a smontare e ad accusare, ma Amanda Knox è e rimane anche li, di fatto nuda, su quel palco, in tutta la sua apparente semplicità, un personaggio controverso. E lei lo ammette, dopo avere speso alcune parole ricordando la sua prima volta in Italia, in viaggio con la sua famiglia, in tenda, a godere dell'atmosfera e delle bellezza dell'Italia, 'paese che amo' - sottolinea. 'So che rimango una figura controversa agli occhi dell'opinione pubblica, nonostante la Cassazione mi abbia assolto dall'accusa dell'omicidio di Meredith.

So che molti pensano che io sia cattiva, ma in realtà io sono stata una vittima: si cercava un colpevole e la Polizia ed i media si sono accaniti su di me, Interrogandomi senza un avvocato, facendomi credere che nella confusione stavo rimuovendo psicologicamente un delitto che non avevo commesso'. Un delitto di cui Amanda afferma nuovamente di conoscere il colpevole.

'Il primo novembre 2007, Rudy Guede, è entrato come ladro nel mio appartamento e ha violentato e ucciso la mia coinquilina Meredith Kercher. Nonostante questo, tanti non hanno sentito il suo nome: tutti hanno indagato su di me mentre Guede fuggiva, senza basarsi su prove o testimonianze ma solo su un'intuizione investigativa'. 

Da qui Amanda Knox ripercorre le fasi delle indagini, della sua carcerazione e, ancora prima che il processo giudiziario entrasse nel vivo, il ruolo dei media nella costruzione dell'immagine di quella Foxy Knoxy che sarebbe stata diffuda, funzionale e rispondente ad una immagine di colpevole già costruira e via via sedimentata nell'immaginario: 'Sul palcoscenico mondiale io ero una furba, psicopatica e drogata, puttana. Colpevole. È stata creata una storia falsa e infondata, che ha scatenato le fantasie della gente. Una storia che parlava alle paure della gente. Non potevo più godere del privilegio della privacy. La mia famiglia veniva descritta come un clan. Io prima del processo ero sommersa da una montagna di fantasie da tabloid'

Il tempo dell'intervento scorre ma Meredith continua a non essere citata. Alla fine un minuto su un ora, e con un certo distacco, viene dedicato alla vittima del caso e alla sua famiglia. Perché è lei stessa a farsi e a raccontarsi come unica e vera vittima. Di ieri e di oggi. 

Ho ancora paura del pregiudizio dell'Italia, paese che amo


'Tanta gente pensa che sia pazza a venire qui. Mi è stato detto che sarò attaccata per le strade che sarò nuovamente falsamente accusata, addirittura che mi avrebbero riportato in prigione. Per questo ho paura, anche oggi, di essere molestata, derisa, incastrata da nuova accuse che mi verranno rivolte. So che molte persone qui in Italia, pensano che sia una persona cattiva, che anche solo con la mia presenza sto traumatizzando nuovamente la famiglia Kercher e profanando la memoria di Meredith. Ma si sbagliano. Ed il fatto che io continui, nonostante la pronuncia della Cassazione, ad essere responsabile per il dolore dei Kercher e per la reputazione di Perugia conferma quanto possono essere potenti le narrazioni fatte e come queste possono minare la giustizia, soprattutto quando vengono  rinforzate ed amplificate dai media'

Il ruolo potenzialmente distruttivo dei media

E qui, nel momento in cui il ruolo dei media sembra essere rivalutato per un aspetto positivo, che nei confronti di quelli italiani arriva il nuovo affondo. 'I media, negli Stati Uniti, sono la nostra prima linea di difesa contro le autorità che frettolosamente ci privano della nostra libertà e anche qui i giornalisti avrebbero poturo semplicemente chiedere da quali prove reali, e sulla base di quali indizi reali, fossero alla base dell'arresto di tre persone. I media possono anche rilevare ed amplificare la verità se i giornalisti hanno il coraggio di cercarla. Invece, anziché chiedersi se gli inquirenti avessero rispettato i miei diritti nel corso dell'interrogatorio e se le accuse da subito formulate fossero supportati da prove, e riscontri scientifici (cosa che non erano), si sono occupati di altro. Assaltando la casa della mia famiglia, raccogliendo i giudizi delle persone che mi dipingevano come una puttana psicopatica. Nel momento in cui i media avrebbero potuto brillare nella ricerca della verità, mi hanno condannato. Hanno pompato il gas senza prove fisiche, hanno attaccato il mio personaggio distorcendo la mia vita intima assolutamente ordinaria, così da inserirmi nella loro idea del caso, inquadrato come un'orgia finita male. Quadro che i media hanno pubblicato con titoli a sfondo sessuale'

Negli 8 lunghi mesi trascorsi in isolamento, invece di esaminare le prove i media si sono impegnati in speculazioni sfrenate ed hanno sfornato storie critiche, in base alla quali ero una furba psicopatica, sporca, drogata, puttana e colpevole. Ancora prima che iniziasse il processo ero sepolta da una serie di fantasia da tabloid'

'Lo Stato Italiano rimane responsabile'

Se la Corte Europea ha condannato la Repubblica Italiana per non avere rispettato i miei diritti per me lo Stato italiano rimane responsabile per avermi 'condannata per 8 lunghi anni, trascorsi in un ambiente disumano e malsano, durante i quali ho anche meditato il suicidio. E' stata una indagine contaminata ed un processo iniquo, condizionata dall'opinione pubblica e da un processo mediatico in cui non sei una persona umana ma un oggetto da consumare» 

Il verdetto di colpevolezza ed il carcere

'Avevo zero motivazione per uccidere la mia amica e non c'era nessuna prova del DNA che mi coinvolgesse sulla scena del crimine. Quando ho sentito il giudice pronunciare 'colpevole' il mondo mi è caduto addosso come un peso schiacciante. Non potevo respirare. Ero innocente ma il resto del mondo aveva deciso che ero colpevole. Avevano  riscritto non solo la realtà della scena del crimina ma anche il mio passato il mio presente ed il mio futuro. La  mia innocenza non era sufficiente a salvarmi. Perché i pubblici ministeri e i media avevano creato una storia è una versione di me adatta a quella storia sulla quale le persone potevano porre tutte le loro fantasie, paure e giudizi. Una storia che piaceva alla gente dove io ero la sporca psicopatica, mangiatrice di uomini, la Foxy Knoxy creata, confezionata e disegnata per essere condannata. Esattamente per 26 anni di carcere. Fui ammanettata a e riportata in quel furgone senza finestre e all'interno di quei corridoi pieni di eco e di quelle alte mura sormontate da filo spinato in quella solitudine che consumava tutto. Realizzai solo in quel momenti che la prigione sarebbe stata la mia casa e questo mi ha cambiato per sempre. Perché la prigione ti disumanizza, ti rende arrabbiata amareggiata, risentita e diffidente nei confronti del sistema giudiziario specialmente quando sei innocente.
Ho visto molte persone in carcere che hanno trasformato il loro sentimento in violenza, che si sono strappati i capelli altri che si drogavano fino a perdere la ragione. Una realtà che avrebbe preso il sopravvento anche su di me, trasformandomi in un cane rabbioso preso a calci troppe volte se non fosse stato per un uomo, il Cappellano della prigione. Lui mi ha aiutato che quando ho compreso quanto grave fosse la mia situazione, quando venne comunicato a mio padre, che avrebbero dovuto passare anni prima di avere un altra possibilità di dimostrare la mia innocenza. Per la prima volta vidi mio padre piangere. Lo implorai di salvarmi pur sapendo che non avrebbe potuto fare nulla per me'

Oggi pago ancora e ho paura

'Sono sempre stata marchiata come colpevole per l'opinione pubblica e ancora oggi di fatto lo sono. Sono sempre stata collegata alla tragedia della morte della mia amica, vengo insultata ogni volta che mi addoloro per lei, vengo insultata come se il mio essere viva il mio stesso respiro fosse un affronto alla memoria di Meredith, vengo rimproverata ogni volta che i media parlano di me anziché di Meredith come se fossi io quella a scrivere i titoli. Questi sono ancora i costi che devo sostenere a causa di una storia falsa confutata in laboratorio dai risultati dalle perizie e confutata dalla più alta Corte'


L'assoluzione, il ritorno a casa e l'incontro 

La solitudine che provai in Italia, negli anni del carcere, in Italia, continuò quando tornai a casa, a Seattle dopo l'assoluzione. Solo la mia famiglia era con me. Fino a quando mia madre mi portò ad una conferenza in una sala piena di centinaia di persone che come me avevano trascorso molto tempo in carcere per crimini che non avevano mai commesso. Molte erano persone di colore, molto povere, che aveavo trascorso ingiustamente in carcere molti più anni di quanti ne avessi trascorsi io.  Non avevamo nulla in comune, tranne questa: sapevamo e avevamo vissuto ugualmente cosa significasse essere innocenti, ed essere trattati come colpevoli. Tremavo e avevo paura ma li mi abbracciarono e mi dissero 'qui sei al sicuro e non devi dimostrare nulla a nessuno'. Ho imparato di non essere l'unica, di non essere spesiale, tanti erano stati condannati ingiustamente per reati che non avevano commesso.

Vorrei incontrare oggi il PM che mi accusò

E qui il pensiero di Amanda Knox va al pubblico accusatore, il PM Giuliano Mignini: 'Per me era diventato un mostro, una figura da incubo omo potente spaventoso che aveva solo obiettivo distruggere la mia vita. Ma nel tempo mi sono resa conto che l'immagine che avevo era bidimensionale, come quella di Foxy Knoxy.  Nel documentario di Netflix non ho visto un uomo cattivo ma un uomo con motivazioni nobili che voleva rendere giustizia ad una famiglia in lutto. Vorrei incontrarlo oggi, fuori dalle aule del tribunale, con il coraggio di stare di fronte l'uno all'altra come oggi sto davanti a vuoi, faccia a faccia. Perché solo così, faccia a faccia, potremmo arrivare ad una sorta di comprensione e riconciliazione perché la vera giustizia è quando vediamo le altre persone con moderazione con il coraggio di un cuore aperto'

I ringraziamenti
 
Al termine del proprio intervento Amanda Knox ringrazia i propri avvocati 'che hanno lavorato così duramente per svelare la verità e per avermi da un destino infelice ed immeritato'. Poi 'grazie alla mia famiglia e al mio fidanzato Christopher Robinson dell'amore che nutre ogni giorno nei miei confronti e grazie alla famiglia Kercher per l'amore che hanno nutrito per Meredith una ragazza brillante, di cui ho condiviso per  troppo poco tempo l'amicizia'.  Infine, rivolgendosi al pubblico 'sono grata a voi per avermi ascoltato per avere provato a vedere la mia umanità'

Gi.Ga.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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