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Ambiente, inquinamento e cambiamenti climatici sono, in maniera maggiore rispetto a sicurezza e criminalità e crescita economica, i temi sui quali per i modenesi sarebbe più importante agire. Per risolverne i problemi.
E' questo, in estrema sintesi, il dato emerso dalla ricerca condotta dalla Fondazione del Monte di Modena su un campione di 710 intervistati e alla base delle diverse riflessioni articolate nel convegno che si è svolto ieri a Palazzo Europa, promosso dalla Fondazione stessa. Del resto in una città agli ultimi posti in Italia per sicurezza e reati predatori e per smog, e problematiche connesse ai picchi di inquinamento, che questi fossero i temi prioritari sui quali, nell'opinione dei cittadini, sarebbe necessario agire era immaginabile. Meno lo era che fosse l'ambiente, o meglio le criticità connesse a questo ambito, a prevalere su un tema così sentito e così maggioramente percepibile nei suoi effetti, come quello della sicurezza.
Anche a livello elettorale sembra esserci una discrepanza netta sull'interesse dichiarato sui temi ambientali, e i voti che alla fine finiscono alle liste che questi interessi, almeno sulla carta, tutelano. Ma questo è un altro ambito di riflessione. Rimanendo a quelli della ricerca, altri dati, legati ad altre domande e risposte, definiscono l'importanza del tema ambientale per i modenesi. Un tema che preoccupa al punto da far dire ai cittadini che la protezione dell'ambiente dovrebbe avere la priorità anche a costo di frenare la crescita economica. E' di questa opinione il 71,2% degli intervistati, mentre 'solo' il 22,6% ritiene che la crescita economica dovrebbe avere la priorità anche se l'ambiente in parte ne risente. Un dato, quest'ultimo, maggiore a Modena rispetto all'Italia.
Arrivando al fronte delle 'responsabilità' o meglio a quelle che sono ritenute le cause principali dell'inquinamento, dalla ricerca emerge che l'83% dei modenesi afferma che l'azione dell'uomo, con la produzione di inquinamento e gas serra, sia la la principale responsabile dei problemi ambientali, mentre per il 15% questi cambiamenti sono dovuti al ciclo secolare della natura che alterna periodi più caldi e periodi più freddi.
Gi.Ga
'indagine si articola in tre rilevazioni che riguarderanno la rilevanza del problema il rapporto fra orientamento e comportamenti e le ricadute sulle scelte a livello locale e nel nostro territorio. L'indagine verrà presentata in un arco di tempo che va da oggi a febbraio con un convegno conclusivo nel quale avere un confronto fra i diversi soggetti coinvolti, in particolare delle associazioni sociali ed economiche e delle istituzioni locali.
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Redazione Pressa
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