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Sono state oltre 3.000 le persone che durante l’ultimo week end hanno varcato i cancelli della storica Villa Cavazza che ha ospitato la tredicesima edizione di Terre di Vite, evento dedicato alla cultura del vino e, in particolare, alla produzione artigianale. Un successo che conferma il crescente interesse per i vignaioli che decidono di produrre nel rispetto delle tradizioni contadine e dei ritmi della natura, rifiutando l’impiego di prodotti chimici di sintesi come pesticidi o diserbanti, e valorizzando i vitigni autoctoni e le antiche pratiche agronomiche. 'Una tendenza che fa breccia anche nei consumatori che sempre più spesso nell’acquisto valutano oltre alla qualità, anche la sostenibilità dei metodi di lavorazione e produzione e la capacità di valorizzare la storia e la cultura di un territorio' - evidenzia Barbara Brandoli, organizzatrice della manifestazione.
Molto apprezzati anche gli otto Laboratori del Gusto che nell’arco delle due giornate hanno offerto l’opportunità di assaporare prodotti di grande qualità come il salame di San Felice e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. e i due speciali seminari tenuti da Sandro Sangiorgi, giornalista esperto di cultura del cibo e di vino, fondatore della rivista indipendente Porthos.
'Si tratta di un successo corale: prima di tutto vanno ringraziati i vignaioli, oltre 130 quelli presenti quest’anno, poi tutti coloro che ci hanno messo nelle condizioni ideali per accogliere i tanti visitatori che ci sono venuti a trovare. Un grazie speciale va alle scuole alberghiere Nazareno di Carpi e I.A.L. di Serramazzoni. La presenza di studenti che frequentano i due istituti, guidati in modo ineccepibile dai loro insegnanti, ha permesso di garantire un servizio accurato e professionale' - conclude Barbara Brandoli.
Terre di Vite si conferma anche un’ottima vetrina per conoscere realtà emergenti, spesso condotte da giovani agricoltori. Esemplare sotto questo profilo è la storia di Versante. Il progetto nasce nel 2022 da un’idea di Marika Giusti e Luca Baroni che, raccogliendo l’eredità agricola delle famiglie, coltivano diverse varietà di uve su versanti prossimi dell’Appennino modenese: la Valle dello Scoltenna e la Valle del Dragone. Le vigne storiche si affiancano a nuovi impianti, da poco in produzione, che vedono alternarsi vitigni internazionali ad altri autoctoni. La piccola produzione, che nel totale si estende per circa tre ettari, viene vinificata da Luca nella propria cantina a Lago di Montefiorino. 'Il nostro è un progetto molto giovane, sicuramente ci vediamo in crescita e speriamo di trasformare questa passione in un lavoro, in un'attività che possa essere parte integrante e fruttifera della nostra vita' - ha raccontato Marika Giusti.
Redazione Pressa
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