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Il combinato tra la maggiore contagiosità ma minore aggressività della variante Omicron (ormai totalizzante tra il numero dei nuovi positivi) e l'effetto dei vaccini nel ridurre le forme gravi della malattia, almeno nel breve periodo, sta generando due effetti: da un lato il boom dei contagi, non ancora arrivato al picco, ma che nell'ultima settimana ha toccato valori davvero impressionanti anche al netto dell'aumento nel numero di tamponi (che porta come conseguenza anche l'aumento dei positivi rilevati).
Basta pensare che il dato assoluto dei contagi supera quest'anno, nell'ultima settimana, di ben oltre 10 volte quello della stessa settimana dello scorso anno, in cui la campagna vaccinale era ancora a zero.
Dato che se ce ne fosse ancora bisogno, conferma il pressoché totale fallimento del green pass almeno rispetto alla funzione di sanità pubblica per la quale era stato promosso, ovvero la riduzione dei contagi e la creazione di luoghi sicuri; dall'altro registriamo da settimane una costante riduzione del divario tra numero di ricoveri sia in regime ordinario sia in terapia intensiva, nel rapporto quest'anno e lo scorso anno. Se nella settimana dall'11 al 17 gennaio del 2020 i ricoveri in terapia intensiva erano 203, quest'anno sono 150 ma in costante aumento da settimane. Questi ultimi rappresentano circa lo 0,05% sul totale dei contagiati. Lo 0,05%.
Divario sempre più sottile tra i dati 2021 e 2022 anche in relazione ai ricoveri ordinari: 2615 lo scorso anno e 2301 quest'anno con un dato, quest'ultimo, ancora in aumento.
All'interno la percentuale di vaccinati rispetto ai non vaccinati, pur sempre più ridotta, rimane di gran lunga inferiore tanto più se consideriamo la percentuale ormai ridotta al 10% dei non vaccinati sul totale degli over 12.
In pratica mano a mano che Omicron diventa prevalente succede che: i contagi aumentano e coinvolgono tutti indistintamente e nella grande maggioranza vaccinati di seconda e terza dose che costituiscono il 90% della popolazione; si conferma quanto ormai comunicato dalle autorità scientifiche che i vaccini, già a a 5 - 6 mesi dall'ultima dose perdono buona parte della loro efficacia certamente rispetto alla possiilità di contagio, ma anche rispetto al numero di ricoveri sia ordinari che in terapia intensiva che continuano a crescere in termini assoluti, avvicinandosi gradualmente in questi giorni ai numeri dello scorso anno.
Una pressione sul sistema sanitario mitigata però dal fatto che in ospedale in reparti covid ordinari finisce lo 0,7% del totale dei contagiati mentre la percentuale scende allo 0,05 se parliamo di terapia intesiva sul totale dei contagiati. Il resto, equivalente al 99,1%, è rappresentato da persone contagiate in isolamento a casa (35.000 qualle in provincia di Modena), con nessun sintomo o sintomi lievi. Dati che confermano anche come in due anni di pandemia si è investito ben poco o nulla sugli ospedali che oggi, di fronte comunque a numeri inferiori di quello dello scorso anno rispetto ai ricoveri soffrono ancora tanto. Il resto lo fanno un sistema di tracciamento ormai fuori controllo ed ingestibile da tempo per i grandi numeri, e le nuove regole per la quarantena che rischiano di fare circolare persone positive in funzione della terza dose fatta e obbligare a casa, anche dal lavoro, persone negative asintomatiche. Di fatto all'anno zero.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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