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I vaccini funzionano in modo evidente nella riduzione degli effetti clinici del covid, ovvero quelli che obbligano a ricoveri ordinari o in terapia intensiva e che possono portare al decesso, ed in misura minore sui contagi e sui casi attivi. Una sintesi, quest'ultima, che più volte, nei giorni scorsi anche dal dottor Giovanni Casaletti del dipartimento di sanità pubblica dell'ausl di Modena, abbiamo sentito pronunciare. Sintesi che sembrerebbe confermata anche dal confronto tra le curve di casi attivi, ricoveri ordinari e terapia intensiva registrati nel 2021 e nel 2020 su grafici forniti dalla Regione Emilia-Romagna. Un confronto particolarmente significativo se considerato alla fine del mese di ottobre. Nell'autunno 2020, dopo una estate relativamente tranquilla e paragonabile a quella appena trascorsa, con aperture pressoché totali (discoteche comprese), il numero di contagi si impennò e iniziò una lunga ed inesorabile crescita che riguardò sia i contagiati casi attivi, così come i ricoveri, sia in regime ordinario che intensivo.
Una crescita netta non solo nei casi assoluti (poco indicativi perché dipendenti dai tamponi effettuati), ma nel loro rapporto con il numero di tamponi effettuati. In questi giorni di un anno fa il numero di positivi corrispondeva al 5.5% dei tamponi effettuati, mentre oggi è poco superiore all'1%. Anche se i casi attivi erano in numero minore nell'ottobre 2020 rispetto ad oggi. Se al 18 ottobre 2021, qualche giorni fa, i casi attivi in Emilia Romagna, erano oltre 13.000, lo stesso giorno del 2021 erano circa 9000.
Per la prima volta, prendendo in considerazione la seconda metà del mese di ottobre, del 2020 e 2021, abbiamo la possibilità di mettere a confronto due stagioni, al fine di valutare gli effetti della pandemia sulla popolazione, prima e dopo il vaccino. Il tutto con una premessa, doverosa nel momento in cui si misurano numeri assoluti in contesti diversi e variabili diverse.
Lo scorso anno la variante prevalente era la Alfa, oggi è la Delta, quest'ultima descritta come almeno 10 volte più contagiosa della prima. E' chiaro che il confronto tra i dati dello scorso e di quest'anno non può che tenerne conto.
Ed è con questa premessa che osservando i grafici dei casi attivi da inizio pandemia in Emilia-Romagna emerge che prendendo a riferimento il 18 ottobre nel 2020 e del 2021 i casi attivi di covid erano in numero minore un anno fa rispetto ad oggi. Ma se nel 2020, come detto, la tendenza era ad una crescita repentina e forte, tale da metà ottobre, oggi, pur con numeri relativamente elevati, la tendenza anche nel numero di casi attivi, è stabile se non al ribasso. Dati e tendenze che confermano come il vaccino agirerebbe in maniera minore sui contagi, rispetto alle complicanze per le quali gli effetti sono molto maggiori. Dato quest'ultimo che incide direttamente sul carico negli ospedali e nelle terapie intensive.
Tornando invece ai contagi e alla possibilità di infettarsi ed infettare, elemento preso a supporto e a fondamento del Green Pass, vediamo che l'effetto del vaccino non è così impattante e soprattutto cambia a seconda della distanza dalla vaccinazione. Del resto lo studio dell'Università di Oxford illustrato dal dottor Marco Cosentino in commissione, in Senato dimostrava chiaramente come a tre mesi di distanza dalla seconda dose, la possibilità di infettarsi ed infettare era, ed è, per un vaccinato, sempre più vicina a quella di un non vaccinato. Ovvero, la copertura dal 35 al 65% in più dei vaccinati rispetto ai non vaccinati, (e sulla quale si erano prodotti decine di titoli di giornale a sostegno della straordinaria efficacia dei vaccini), si riferiva al primo mese dalla seconda dose di vaccino quella dove solitamente si registra il picco anticorpale e la massima copertura teorica. Dopo di ché, bastava introdurre la variable temporale e spostarsi a tre mesi di distanza dalla seconda dose, per registrare come quel rapporto e quella copertura spariva o si riduceva di tanto. Avvicinando, in termini di potenzialità di contagiare e contagiarsi, un vaccinato ad un non vaccinato.
Molto cambia invece, a conferma dell'efficacia dei vaccini sui casi sintomatici che necessitano quantomeno di ricovero, nella rappresentazione della Regione, con i dati da inizio pandemia ad oggi.
In questo caso la curva di fine ottobre non solo non si alza come nel 2020 ma si stabilizza o si abbassa. In particolare, prendendo a riferimento il 18 ottobre 2020, i ricoveri erano 657 mentre nello stesso giorno del 2021 sono 302, meno della metà. Stesso andamento per il numero dei soggetti in terapia intensiva. Lo scorso anno, negli stessi giorni, eraano 67 e oggi sono 32. Anche in questo caso meno della metà. A conferma dell'effetto dei vaccini sul fronte della protezione dalle conseguenze peggiori del virus. In termini di ricoveri, anche in terapia intensiva.
Gi.Ga.