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Disastro diurno, l'ex albergo sotterraneo violato due volte
La Pressa
Le partecipate visite organizzate dal Fai negli spazi sotterranei di piazza Mazzini, da venti anni in attesa di una riqualificazione, hanno mostrato una realtà ulteriormente degenerata negli ultimi due

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Chiuso da più da 40 anni, nel 1999 l'allora assessore al centro storico del comune di Modena Stefano Bonaccini, attuale Presidente della Regione, ne aveva annuncianto la riqualificazione.
'Ci assumiamo la responsabilità di prevedere un progetto di riqualificazione per il 2002-2003 e di aprire sicuramente i lavori nella legislatura, - disse Bonaccini - affinché si possa recuperare, finalmente, il diurno chiuso una trentina di anni fa'
Non se ne fece nulla dalla giunta Barbolini a quella Muzzarelli passando per i 10 anni dell'amministrazione Pighi. Nel giugno 2015 l'attuale sindaco aveva nuovamente dichiarato la volontà di metterci mano ('Vorrei rivedere quegli spazi aperti e utilizzati' - disse), e lanciò (come quasi sempre succede quando non ci sono idee da parte del pubblico e non si sa come giustificate stalli ventennali), il concorso di idee.
Che prese forma nel 2016 con la presentazione di più di 200 proposte da parte di cittadini ed associazioni. Poi, non se ne seppe più nulla. Fino al maggio scorso quando l'amministrazione comunale, per bocca del sindaco e per illustrazione dell'architetto Giovanni Cerfogli e dell'Assessore Ludovica Carla Ferrari, confermarono che un progetto, sull'ex diurno, c'era. Anzi c'è. 'Un progetto che tiene conto di una sintesi di varie idee emerse dalle più di 200 proposte presentate dai cittadini nell'ambito del concorso di idee e che dovrebbe rileggere in chiave moderna e tecnologica - dichiarò l'assessore in un'assemblea pubblica poco promozionata in un lunedì sera presso le sale al piano terra di piazza Grande - la vocazione a sostegno e a servizio dei cittadini e dei turisti lo spazio sotterraneo della piazza. La cui realizzazione completerebbe, anche se in un secondo step, la riqualificazione in corso di piazza Mazzini'
Da quella sera sono passati altri 5 mesi ed il progetto di riqualificazione dell'ex diurno, presentato come pronto a livello esecutivo e per essere appaltato, pare ancora una volta finito nell'oblio. Anche se forse ancora per poco. Perché - hanno affermato gli studenti guida scelti dal Fai per fare da cicerone nella visita guidata proprio all'ex diurno sabato e domenica (uno dei tre luoghi scelti dal Fondo Ambiente Italiano per le giornata Fai d'autunno a Modena), il progetto di riqualificazione è prossimo, e questa è l'ultima volta che gli spazi si potranno ammirare (con il naso turato vista la puzza in certi punti insopportabile), in ciò che rimane della forma e della disposizione generale. Chiuso da 40 anni, appunto, ci si rende però conto che negli ultimi due, da quando nel 2016 fu riaperto per le visite in occasione del lancio del progetto partecipato, il diurno è stato frequentato abusivamente. E in maniera invasiva. Le strutture sotterranee e gli spazi che un tempo ospitavano docce pubbliche, bagni con vasca, negozi di barbiere, calzolai e tutto ciò che serviva per offrire un servizio di pausa per viaggiatori e turisti (sullo stile di grandi spazi nati contestualmente nella grandi città d'Italia e d'Europa), sono molto peggiorate, anzi degenerate, rispetto allo stato di degrado nel quale si erano viste in occasione dell'accesso concesso due anni fa. E più che i segni del tempo e dell'abbandono decennale, sono quelli più recenti dell'incivilità e dell'incuria a stupire e a generare amarezza.
Segno evidente della presenza distruttiva oltreché abusiva e palesemente incontrollata, di vandali che hanno fatto perdere a quegli angusti ed ora puzzolenti spazi sotterranei (alcuni visitatori si mettono il fazzoletto davanti alla bocca e non avanzano nella visita, aspettando all'uscita), anche la possibilità di fare immaginare ciò che potevano essere. Scritte volgari, svastiche, pezzi di calcinacci divelti e lasciati sbriciolati nei corridoi. Che ti rendi conto che la liberatoria per evitare e tutelare da danni a causa di buche avvallamenti (sui quali i visitatori vengono allertati), è nulla rispetto a quello che rischia di cadere da sopra.
Molti nei gruppetti di 8 - 10 persone che dopo avere fatto una fila che in certi momenti della giornata ha raggiunto anche la mezz'ora, per fare il biglietto per firmare la liberatoria, e pagare quei tre euro 'volontari', vengono accompagnati una breve visita guidata, escono delusi. Non dall'iniziativa e dalla riapertura, di cui il Fai ha il merito unito a quello di coivolgere giovani alla riscoperta degli spazi della città, e nemmeno dalla vetustà del luogo (che si sa, è tale), ma dal fatto che uno spazio così particolare e da valorizzare, sia stato stato di fatto violato due volte. Prima da chi per 20 anni da un lato ne ha solo promesso una riqualificazione che non è mai arrivata e dall'altro un mancato controllo agli accessi e, da chi è stato protagonista di una vergognosa quanto pericolosa ed irrespettosa occupazione abusiva.
L'ennesima occasione di riqualificazione mancata degli ultimi anni sulla quale il Fai ha permesso di fare nuovamente luce. Una occasione mancata che si è ripetuta come tale anche recentemente. Il progetto di riqualificazione del diurno di Piazza Mazzini è infatti stata stralciata rispetto alla riqualificazione di superficie della piazza, per la quale il cantiere è già aperto ed in fase di esecuzione.
In attesa di ascoltare nuovamente ripromettere, in campagna elettorale, un avvio dei cantieri che, stando ai precedenti, difficilmente arriverà. E sarebbe davvero bello smentiti. Sulla carta il nuovo progetto riprenderebbe di fatto la filosofia di un tempo, nell'utilizzo dello spazio. Con servizi igienici e pubblici per turisti, con tanto di info point deposito bagagli, ma non solo: Spazi multimediali e modulabili per ospitare eventi e mostre, o conferenze.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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