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'Durante la pandemia, il Nitag non fu nemmeno consultato. Il green pass? Un imbroglio'

'Durante la pandemia, il Nitag non fu nemmeno consultato. Il green pass? Un imbroglio'

In una intervista al Secolo d'Italia, Paolo Bellavite ribadisce il ruolo della commissione e l'importanza di una analisi sugli effetti basata su evidenze scientifiche


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Paolo Bellavite, al centro delle polemiche per la nomina nel Nitag, Commissione Tecnico-Scientifica sui vaccini, poi sciolta dallo stesso ministro che l'aveva composta, ha nei giorni scorsi sottolineando in una intervista al Secolo d'Italia, una delle criticità più gravi nella gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Riguardo ai vaccini anti-Covid, Bellavite ha espresso una posizione netta ma basata, come ha precisato, sulle evidenze scientifiche. 'Alcuni vaccini si sono rivelati più dannosi di altri. AstraZeneca, ad esempio, è stato sospeso proprio per la sua pericolosità nei giovani. Alcuni di loro sono deceduti e, senza quel vaccino, probabilmente sarebbero ancora vivi. Non sono contrario per principio: se il NITAG valuterà che un vaccino è idoneo, lo autorizzerà. In caso contrario, chiederemo al ministro di approfondire per fugare ogni dubbio'.

Alla domanda se i vaccini abbiano fatto più bene o più male, Bellavite ha risposto con una distinzione generazionale: 'Dipende molto dall’età. Nei giovani e nei bambini il danno è stato superiore al beneficio. Con l’avanzare dell’età, soprattutto tra le fasce a rischio, l’utilità aumenta. Ma un bilancio definitivo ancora manca. L’efficacia della campagna vaccinale è stata modesta. Secondo alcuni, non ha avuto alcun impatto sulla trasmissione del virus; secondo altri, i vaccinati contagiavano persino più dei non vaccinati. È per questo che considero il green pass un imbroglio'.
Infine, ha individuato gli errori principali nella gestione della crisi: 'Si è sbagliato nel presentare tutti i vaccini come sicuramente utili e nel minimizzare gli effetti avversi, trattandoli come casi isolati. La strategia vaccinale è stata decisa da Draghi e Speranza, mentre il Nitag — che avrebbe dovuto avere un ruolo centrale — non è stato nemmeno interpellato'.

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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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