Bisognerà attendere il 28 aprile per la sentenza del processo che vede al centro la Far Pro, azienda di Spilamberto specializzata nella produzione di farine derivanti da sottoprodotti animali come materia prima, e indicata come fonte di origine, secondo un gruppo di cittadini tra Spilamberto e San Cesario, di cattivi odori che da anni interessano il territorio. Quella di oggi era la quarta udienza in tribunale a Modena. Poteva essere l'ultima sulla base delle previsioni, il calendario è stato dettato già nella precedente dal giudice, ma la deposizione di un consulente di parte e di due testimoni, entrambi consulenti della Far Pro indicati dalla difesa, ha portato a circa tre ore di deposizione con tanto materiale da rielaborare in più da parte degli avvocati di parte civile e della difesa. Deposizioni che, sulla scorta delle domande, si sono concentrate sulle strategie adottate dall'azienda (sia prima sia durante il periodo in cui le segnalazioni sugli odori da parte dei cittadini, che portarono a ripetuti interventi di Arpae anche all'interno dell'azienda, aumentarono), per ridurre quella che tecnicamente è stata definita 'probabilità' di emissioni odorigene.
In sostanza dalle deposizioni dei testimoni, tecnici dell'azienda tra cui anche il referente delle autorizzazioni integrate ambientali dell'azienda, la presenza di odori rilevanti e molesti, oggetto della denuncia dei cittadini, non è mai emersa come un dato fattuale. Così come gli interventi sugli impianti di abbattimento di odori, ad un certo momento raddoppiati, sarebbe stata conseguente alla volontà dell'azienda di ridurre la probabilità di provocare emissioni odorigine. Aspetto al quale la parte civile ha contrapposto la tesi di interventi fatti per un problema legato ad emissioni odorigene reale.
L'udienza, che si è protratta nel pomeriggio, ha esaurito la lista dei testimoni e dei consulenti di parte e si è conclusa con la richiesta del pubblico ministero di 3 mesi di reclusione
(a differenza da quanto in precedenza ed erroneamente qui riportato, di 3 anni *), Il 28 aprile le arringhe finali degli avvocati e, con tutta probabilità, la sentenza. In tribunale, lo ricordiamo, si è arrivati a seguito dell’opposizione presentata dal legale rappresentante dell’azienda al decreto di condanna penale emesso dal giudice che si basava sulle analisi effettuate da Arpae e che obbligava la Far Pro stessa ad un ammenda di 3.375 euro. L’accusa è quella di un reato specifico del codice penale, riguardante emissioni di gas moleste. La Far Pro ha però deciso di chiarire le cose in tribunale convinta della correttezza del suo operato.
Vista la quantità di nuovi elementi emersi dalle deposizioni del consulente e dei testimoni di parte è giunta la richiesta del legale di parte civile di esaminare i verbali delle deposizioni e quindi di avere più tempo prima di esporre le conclusioni. Il giudice ha aggiornato l'udienza al prossimo 28 aprile.
Gi.Ga.Nella foto un cartello durante una manifestazione di piazza a San Cesario rispetto al problema delle emissioni odorigene
- Si specifica che la società Far Pro ha segnalato che all'interno dell'articolo era stata erroneamente indicata la richiesta del PM in 3 anni di reclusione, mentre la stessa ammonta in realtà a 3 mesi. Si è provveduto alla correzione dell'errore di cui ci scusiamo con gli interessati.